DAI GIORNALI DI OGGI – Bokertov 29 luglio 2024

Dopo la strage compiuta da Hezbollah nella cittadina drusa di Majdal Shams, l’ipotesi di una guerra totale tra Israele e Hezbollah in Libano resta in primo piano. Per evitare questo esito «Hezbollah deve attuare la risoluzione dell’Onu che impone al gruppo di ritirarsi oltre il fiume Leonte», ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri israeliano.
Intanto ieri è stato il giorno del funerale collettivo delle giovanissime vittime. I giornali italiani, nel parlarne, registrano sia la commozione dei presenti che la loro ira. Contro Hezbollah «che ha fatto la strage», scrive Repubblica. Ma anche «contro il governo di Israele che non li ha saputi tutelare».

«Lo scenario con cui Israele e Hezbollah hanno dovuto fare i conti negli ultimi nove mesi è ormai uno status quo che entrambe le parti tollerano, nonostante sia una brutta situazione», dice al Corriere della Sera il vicerettore dell’Università di Tel Aviv Eyal Zisser, un orientalista esperto di Libano e Siria. Ciò avviene, secondo Zisser, «perché entrambe le parti capiscono che l’alternativa sarebbe una guerra distruttiva che non cambierà fondamentalmente la situazione e difficilmente produrrà alcun risultato».

Le nuove tensioni regionali interessano da vicino anche l’Italia. La Stampa informa che il ministro della Difesa Guido Crosetto ha modificato da cinque giorni a 48 ore «la prontezza del dispositivo di evacuazione» per i 1300 militari della missione Unifil schierati nel sud del Libano. In zona «c’è sempre una nave pronta, nello specifico il cacciatorpediniere Durand de la Penne, in porto a Heraklion, a Creta, a meno di 24 ore di viaggio dalle coste del Libano» e in caso di necessità «sono stati allertati anche i C-130 dell’Aeronautica militare».

Venerdì saranno trecento giorni dall’inizio della guerra contro i terroristi di Hamas. L’infelice ricorrenza, sottolinea Fiamma Nirenstein sul Giornale, «potrebbe essere segnata dall’immersione larga e dolente in una guerra molto più grande, pericolosa, funesta fino ai confini del mondo».

Il summit romano su Gaza e ostaggi, cui è intervenuto anche il direttore del Mossad David Barnea, non sembra aver prodotto svolte imminenti. «Fumata nera al vertice di Roma», titola il Messaggero, segnalando la partenza anzitempo dello stesso Barnea per partecipare al gabinetto di guerra convocato dal governo di Gerusalemme dopo l’attacco a Majdal Shams. Più ottimista il Corriere della Sera: «Il canale del dialogo resta aperto».

Compie 100 anni la testimone della Shoah Goti Bauer. Nata nell’allora cecoslovacca Berehove, Bauer è cresciuta a Fiume ed è sopravvissuta alla deportazione ad Auschwitz-Birkenau e Theresienstadt. Da tempo vive a Milano. «Sono stata ricompensata da tante amicizie e da tanto affetto, ma il malessere e la preoccupazione sono sempre lì», confida al Corriere della Sera. «Ho rivissuto Auschwitz ogni giorno della mia vita».