DAI GIORNALI DI OGGI – Bokertov 30 luglio 2024
Diplomazie al lavoro per evitare l’inasprimento dello scontro tra Israele e Hezbollah, con il rischio che diventi guerra totale. «Libano, l’ira di Netanyahu», titola in prima pagina il Corriere della Sera, dando risalto alle parole del primo ministro israeliano sulla «risposta dura» in preparazione dopo l’attacco dei terroristi contro Majdal Shams. «L’ora della trattativa», titola Repubblica, sottolineando il coinvolgimento del governo italiano («Anche Roma media»). La Stampa apre con l’appello rivolto ai connazionali dalla Farnesina: «Gli italiani lascino il Libano».
Mediazione e allerta militare. È «la partita doppia dell’Italia», scrive il Corriere, nel segnalare i «contatti continui» di Unifil con i vertici militari israeliani, libanesi e francesi. Al momento l’attività del contingente italiano lungo la Blue line sarebbe regolare e «dai rapporti emerge che la situazione a Beirut è tranquilla, come anche a Tiro». Lo scenario potrebbe però cambiare all’improvviso. Secondo il portavoce Unifil Andrea Tenenti, intervistato dalla Stampa, «entrambe le parti dovrebbero impegnarsi» per evitare una deriva. Da un lato il Sud del Libano «dovrebbe essere libero da armi e da milizie», dall’altro gli israeliani «non dovrebbero più violare lo spazio aereo». Per Repubblica, la mossa per scongiurare la guerra «sarebbe il ritiro del gruppo libanese verso Nord, dietro al fiume Litani».
«Ogni volta che c’è un aumento del numero di missili lanciati da un lato o dall’altro, le probabilità di un’escalation accidentale aumentano notevolmente», spiega il politologo statunitense Vali Nasr al Corriere. A detta di Nasr, già consigliere di Barack Obama, «se Israele entrasse in guerra, gli Stati Uniti, anche con un’amministrazione democratica, continuerebbero a difendere Israele al massimo, a maggior ragione durante le elezioni».
Nove soldati israeliani sono stati arrestati dopo la denuncia di un prigioniero palestinese affiliato ad Hamas, che sostiene di aver subito maltrattamenti e violenze. Tensioni al momento del fermo e dopo il trasferimento dei soldati nella base di Beit Lid «in poco tempo assaltata da gruppi paramilitari, politici e parlamentari di destra», riferisce tra gli altri Repubblica. L’irruzione è stata condannata dai vertici dello Stato ebraico.
Come suo candidato vicepresidente alla Casa Bianca, Kamala Harris potrebbe scegliere Josh Shapiro. Ne scrive il Foglio, rammentando che il governatore ebreo della Pennsylvania «ha difeso la risposta israeliana dopo il 7 ottobre», e dimostrato «che si può essere contro Netanyahu ed essere in lutto per le vittime innocenti, ma non accettare l’antisemitismo da campus che ha rischiato di spaccare i democratici».
Hezbollah, Maduro, Putin. Ecco chi sono «i veri signori dell’escalation», accusa il Foglio in un articolo sull’influenza iraniana in vari scenari di crisi internazionali. Di fronte ai destabilizzatori del mondo libero, si aggiunge, «non si può fischiettare».
Mattia Feltri dedica il suo Buongiorno sulla Stampa alla sopravvissuta alla Shoah Goti Bauer, che ieri ha compiuto cento anni.