DAFDAF ESTATE – Esperimenti giocosi 

È arrivato il momento di riprendere il terzo numero di DafDaf pubblicato nel 2012: quell’anno la serie estiva era stata dedicata agli elementi: aria, acqua e terra, che hanno accompagnato i giovani lettori del giornale ebraico dei bambini sotto alla nuova testata più “leggera” e giocosa disegnata da Paolo Bacilieri e colorata da Viola Sgarbi.

La copertina del numero 24 era disegnata da Luisa Valenti e in quel numero alla terra avevamo dedicato anche le pagine scienza, scritte da Daniela Ovadia e Marco Del Mastro, e illustrate da Viola Sgarbi.

Buona lettura!

a.t

Esperimenti giocosiGiochiamo con la terra (con la t minuscola)

Ti sei mai chiesto di cosa è fatta la terra? Non quella con la T maiuscola, il pianeta su cui viviamo: intendo proprio parlare della terra del giardino, quella dei campi e della spiaggia. 

Difficile rispondere, vero? 

Perché la Terra è una sola, ma la terra (ovvero la sostanza) che la ricopre per una gran parte della sua superficie è molto diversa da un luogo all’altro, anche a distanza di pochi metri. Ci sono terre molto grasse, cioè umide e ricche di elementi nutritivi che fanno crescere le piante, altre più secche, più povere; ci sono terre fangose e altre sabbiose. 

Se consideriamo che la massa totale della Terra equivale a circa 6mila trilioni di tonnellate (un numero talmente grande che si fatica a immaginarlo), possiamo capire quanto vario può essere questo elemento. Eppure, se la analizziamo chimicamente, la terra è sempre composta dalle stesse sostanze (in proporzioni diverse a seconda del luogo in cui ci troviamo), principalmente metalli come il ferro (che ne costituisce quasi il 32 per cento), ma anche silicio, magnesio, zolfo, calcio, alluminio. Subito dopo il ferro, però, la terra contiene ossigeno, che costituisce quasi il 30 per cento del suo peso. È proprio grazie alla ricchezza in ossigeno (oltre che in altri elementi nutritivi come l’azoto) che le piante riescono a sviluppare le loro radici e a dare foglie e frutti. L’ossigeno non è presente in forma libera (come nell’aria) ma legato ai metalli, a formare dei composti chimici che si chiamano ossidi. Nella terra sono presenti anche molti elementi organici, cioè molecole che contengono carbonio: esse derivano dalla degradazione di rocce contenenti carbonio ma anche dalla decomposizione di esseri viventi, per lo più insetti. 

Hai idea di chi viva nella terra del tuo giardino o del parco dove vai a passeggio? Proviamo a scoprirlo insieme. 

Hai bisogno di una bottiglia di plastica come quelle dell’acqua. Tagliala a circa un terzo di altezza, togli il tappo e inserisci il pezzo tagliato a testa in giù nella bottiglia. Ora riempi di terra raccolta nel giardino la parte in cui c’è l’imboccatura. Cerca di prendere la terra che sta sotto gli alberi, dove ci sono anche un po’ di foglie morte. È lì che vive la maggior parte degli insetti. Metti la bottiglia sotto la luce di una lampada per un paio d’ore. 

Alcuni insetti che non amano tanto la luce scaveranno la terra e cadranno sul fondo della bottiglia. Ora con una lente di ingrandimento puoi andare a conoscere gli abitanti del giardino. Ne riconosci qualcuno? Probabilmente ci sono formiche, piccoli scarafaggi, vermi e scolopendre. Se per caso non trovi alcun insetto sul fondo, prova con un altro campione di terreno, prelevato in un altro punto.

Se non vuoi usare la bottiglia puoi provare ad attirare gli insetti con la buccia di un’arancia spremuta. Appoggiala sul terreno in giardino tenendola leggermente sollevata con un piccolo sasso. L’indomani troverai sicuramente qualche simpatico abitante nel suo interno. 

Se vuoi invece sapere che tipo di terra c’è nel tuo giardino, puoi fare questo semplice esperimento.

Prendi un barattolo di plastica o vetro, della capienza di un litro circa, con un tappo a vite. Riempilo per metà con la terra che vuoi esaminare e per l’altra metà di acqua. Avvita il coperchio con attenzione e agita il tutto per un minuto. L’acqua e la terra si mescoleranno a formare una spessa fanghiglia. Ora appoggia il barattolo e lascia che il contenuto si depositi per un’ora circa. Le componenti della terra si depositeranno secondo il loro peso: la parte più pesante (di solito formata dalla ghiaia e da piccoli sassi) sarà sul fondo; subito sopra troverai la sabbia, quindi il fango (o limo) e infine l’argilla, che è la componente più leggera, che si usa anche per fare vasi e statuette. 

Ora osserva il tuo barattolo: qual è lo strato più spesso? Saprai così se la terra che hai esaminato e di tipo argilloso, o sabbioso, o forse è composta soprattutto da ghiaia e fango. Se ripeti l’esperimento prelevando la terra da posti diversi, troverai composizioni diverse e potrai confrontarle tra loro. La terra migliore per le coltivazioni è quella in cui gli strati sono tutti più o meno dello stesso spessore.

Infine puoi provare a verificare quanto sono utili gli abitanti del terreno per renderlo vivo e coltivabile. 

Prendi una bottiglia come quella che abbiamo usato per il primo esperimento, tagliala nello stesso modo ma non usare la parte del tappo. 

Riempi ora la bottiglia con strati di terre diverse: un po’ di terra da giardino, un po’ di sabbia, un po’ di fango o argilla. Ora scava nella terra, in un posto ombroso e umido: dovresti riuscire a trovare con una certa facilità due o tre lombrichi. Prendili delicatamente e mettili sulla superficie della bottiglia. Chiudi l’imboccatura della bottiglia con della pellicola per alimenti e bucala con una forchetta per permettere all’aria di passare (altrimenti i tuoi lombrichi soffocheranno!).

Ora ricopri l’esterno della bottiglia con della carta scura, in modo che la luce passi solo da sopra. Tieni la terra umida bagnandola ogni giorno con due cucchiaini di acqua e dopo due settimane puoi togliere la carta scura. Scoprirai che i lombrichi hanno scavato dei tunnel nel terreno e così facendo hanno rimescolato tutti gli strati. Vermi e lombrichi sono utilissimi perché con il loro movimento e grazie all’abitudine di scavare, fanno sì che l’ossigeno arrivi anche in profondità nel terreno e che l’acqua penetri attraverso i piccoli tunnel. Inoltre trascinano con sé le foglie morte in profondità e così facendo arricchiscono la terra di elementi utili anche alla crescita delle piante.