ANTISEMITISMO – Sonnino (Ceji): Riconoscere contributo ebrei per combattere il pregiudizio

Dagli Stati Uniti all’Europa, gli allarmi per l’aumento dell’antisemitismo toccano tutto l’Occidente. Gli ebrei e le loro istituzioni chiedono alle autorità di implementare nuove misure di contrasto e di migliorare quelle esistenti. È accaduto di recente in Germania, nel Regno Unito, in Francia. La preoccupazione nel mondo ebraico è forte, come registrava la recente indagine dell’Agenzia dell’Unione europea per i diritti fondamentali (Fra). Per la stragrande maggioranza (84%) dei circa 8mila ebrei intervistati e residenti in 13 paesi europei, l’antisemitismo oggi è «un grande problema». Un dato che richiama la responsabilità ad agire delle istituzioni Ue e nazionali. Secondo Melissa Sonnino, senior programme manager della rete A Jewish Contribution to An Inclusive Europe (Ceji), serve «un maggiore coordinamento di tutti gli attori istituzionali e della società civile impegnati nella lotta all’antisemitismo». In questo modo i governi potranno migliorare le proprie risposte. Commentando i risultati dell’indagine Fra, Sonnino sottolinea l’importanza di non limitarsi al solo contrasto. «Il riconoscimento del contributo ebraico alle società europee e la promozione della vita ebraica sono pilastri essenziali per superare i pregiudizi e creare spazi inclusivi in cui le comunità ebraiche possano prosperare».
Per quanto riguarda l’Italia, dall’indagine europea risulta che il 98% degli intervistati si è dovuto confrontare con l’antisemitismo nel 2023. Il 75% del campione italiano ha affermato di aver evitato di indossare simboli ebraici in pubblico perlomeno occasionalmente, mentre il 16 di essersi sentito «discriminato» per la propria ebraicità. Soltanto il 12%, riporta la Fra, pensa che il governo stia combattendo l’antisemitismo con metodi efficaci.
Per valutare come si muovono le autorità, la Ceji ha sviluppato il progetto NOA-Networks Overcoming Antisemitism. Si tratta di una rete che in Italia collabora con Ucei e Cdec per sviluppare politiche di contrasto all’antisemitismo. Il progetto ha analizzato le misure adottate in questi anni dai diversi paesi. Per l’Italia la priorità è «migliorare i sistemi di registrazione dei crimini d’odio» e «aumentare la formazione degli insegnanti e dei funzionari delle autorità pubbliche sull’antisemitismo e i discorsi d’odio».