7 OTTOBRE – Angelica Calò Livnè: Lo spirito è forte, le università pure
Il tg israeliano si è aperto come al solito con i droni e i missili lanciati al nord e al sud; i terroristi pronti a un attacco tra i nostri civili nella West Bank; le testimonianze di genitori di soldati caduti a Gaza o di ragazzi al Nova che, dopo il terribile trauma, riescono a raccontare la storia commovente dei loro cari. E poi finalmente ecco una notizia che fa distendere i muscoli delle spalle irrigiditi da 10 mesi di stress. Un traguardo per l’accademia israeliana: tre delle nostre università sono tra le 100 migliori al mondo. L’Istituto Weizmann di Rehovot, l’Università Ebraica di Gerusalemme e il Technion di Haifa continuano a occupare tra il 60° e il 90° posto nella classifica di Shanghai. L’Istituto Weizmann è il leader tra gli atenei israeliani, il cui posizionamento è leggermente cambiata rispetto allo scorso anno.
L’indice di Shanghai esamina la qualità della ricerca nelle istituzioni accademiche, basandosi, tra le altre cose, sui docenti e sui laureati che hanno ricevuto il premio Nobel, sul numero di articoli scientifici pubblicati sulle principali riviste di Natura e Scienza e su altri risultati di ricerca. La classifica comprende più di 2.500 università e la pubblicazione presenta le prime 1.000. Altre università israeliane, Tel Aviv, Ben Gurion e Bar Ilan, si piazzano tra il 101° e il 500° posto e un’altra università (probabilmente Haifa) è classificata dopo il 501° posto.
Chiudo la tv e vado a cercare altre informazioni su Calcalist e su Walla. Ho bisogno di aria per respirare un po’. Stanotte, di nuovo, i muri hanno tremato. Da dieci mesi tremano e dall’8 ottobre centinaia di università del mondo ci hanno messo al bando, hanno esortato a boicottare l’Accademia israeliana e ad interrompere ogni accordo di collaborazione.
Cosa boicottano? L’inventiva? L’operosità? L’instancabilità? La continuità e la perseveranza malgrado la minaccia costante, la paura per i propri cari, la frustrazione del “oltre il danno la beffa”? Condannano la spinta innata alla ricerca e all’innovazione nonostante non si viva più a casa e non si insegni nella propria università da mesi e mesi perché è bombardata?
Ma tanto non ci stupiamo più di nulla. Neanche del fatto che siamo tra i primi nel campo di tutto ciò che è umano, tecnologico e positivo. Chi può fermarci?
?מן המצר קראתי יה ענני במרחב יה..מה יעשה לי אדם
Nella mia angoscia ho invocato il Signore; il Signore mi risponde e mi porta in salvo… Io non temerò; che cosa può farmi l’uomo?
Ecco lo diceva anche il Re Davide e ce lo siamo chiesti nel corso dei secoli: cosa può farmi un uomo? Ah sì, ci può ostacolare, danneggiare e massacrare ma lo spirito no, quello, quel “DNA culturale” così speciale che ci mantiene vitali e luminosi, quello non lo può annullare nessuno. Né quelli che si incatenano davanti alle accademie, né i rettori vigliacchi e neanche i docenti che ignorano la Storia.
Angelica Edna Calò Livnè,
Kibbutz Sasa