CONTROMANO – G. Yohanan Di Segni: Il mondo alla rovescia
Leggo Pagine Ebraiche e per alcuni contributi, anche da Israele, mi sembra di vivere in un altro mondo. C’è chi è evidentemente più ottimista di me. I suoi amici arabi fanno la spesa a Jenin: che bello comprare a buon prezzo! Peccato che se a Jenin entra un ebreo lo fanno a fette e qua l’esercito israeliano sono mesi che dà la caccia a decine di affiliati a Hamas, che minano le strade per uccidere o da dove partono per fare attentati e stragi nelle città israeliane. E così pure a Tulkarem e in tutto la Samaria. C’è chi si lamenta degli italiani dell’Unifil occupati a mangiare pastasciutta invece di controllare che Nasrallah si ritiri a nord del Litani come stabilito dall’Onu. Per fortuna il ministro degli Esteri Antonio Tajani pensa a loro: li ha supplicati di non ingrassare e andarsene prima possibile. In politica anche lui auspica, come tutti, “due stati per due popoli” che si riconoscano e abbraccino l’un l’altro, quando sa benissimo che uno dei due ha nel suo programma di liberarsi di tutti gli ebrei “dal mare al fiume”, compresa Gerusalemme, e l’ha dimostrato a Gaza. L’Italia e tutti i benpensanti europei e americani (nonché il papa) sono per la pace a Gaza: cioè che l’esercito israeliano si ritiri da tutto il territorio, Hamas torni ad armarsi tramite le gallerie con l’Egitto e i soldi del Qatar, migliaia di terroristi assassini vengano liberati a rinforzare le fila di Hamas. Perfino in Israele alcuni parenti degli ostaggi, sobillati dall’opposizione che vuole la testa di Netanyahu continuano a far manifestazioni “per la pace”. Questo mentre da dieci mesi Iran e accoliti continuano a bombardare sud e nord d’Israele, non ancora contenti della strage del 7 ottobre.
I grandi giornali e le reti televisive d’Israele continuano ad intervistare solo l’opposizione, e i parenti degli ostaggi che invocano, come è giusto che sia, la loro liberazione. Vanno però ricordate anche le ragioni di chi vuole distruggere Hamas perché teme il ritorno alla situazione di prima del 7 ottobre. Intanto gli Hezbollah premono sul confine e ci sono 80.000 senzatetto dalla Galilea. Gli iraniani forse aspetteranno a distruggerci: per qualche mese ancora non avranno la bomba atomica.
Intanto noi aspettiamo a giorni l’attacco concentrato degli iraniani e dei loro accoliti: non dobbiamo muoverci, di certo non allargare il conflitto, solo “difenderci con proporzione” se attaccati, visto che l’America e la coalizione decidono il nostro presente e futuro (se attaccate voi, non vi mandiamo più armi); lasciano chiuso Suez perché sono qui solo “in difesa”, Joe Biden e Kamala Harris pensano che sia più facile vincere le elezioni se qui la guerra non si allarga. Tanto dalla Galilea gli abitanti sono già sfollati, pochi morti e solo qualche ettaro bruciato con le case. Certo è colpa nostra, che ci impuntiamo ad ammazzare qualche capoccia di Hezbollah e Hamas, a distruggere basi missilistiche in Libano. Peggio, continuiamo ad ammazzare nelle scuole i poveri cittadini di Gaza, non coinvolti e affamati, quelli che assieme agli impiegati dell’UNRWA per decenni hanno sostenuto e collaborato con Hamas: non ce n’è uno che sappia dove sono nascosti gli ostaggi e faccia la spia. Dalla stampa e televisione italiana apprendiamo che noi ammazziamo solo civili (sono i numeri di Hamas): nemmeno un combattente armato è tra i morti, così come non si parla delle centinaia di nostri soldati uccisi e delle migliaia di feriti: sono solo cattivi ebrei.
Così va il mondo.
G. Yohanan Di Segni da Gerusalemme