DAI GIORNALI DI OGGI – Bokertov 21 agosto 2024
Sembrano ridursi le speranze per un accordo per la liberazione degli ostaggi e il cessate il fuoco a Gaza. Domani dovrebbe aprirsi un nuovo round negoziale al Cairo, ma Hamas si è messo di traverso. Ai terroristi «la bozza discussa fra Blinken e Netanyahu non basta», sottolinea Repubblica, segnalando le nuove accuse rivolte al presidente Usa Joe Biden «di aver dato luce verde a Netanyahu per proseguire la guerra».
Opinioni a confronto sulla trattativa. Per il diplomatico Stefano Stefanini (La Stampa), «Netanyahu non è nuovo ad acconsentire alle proposte che gli arrivano da Washington, del cui continuo aiuto politico e militare ha assolutamente bisogno, salvo aggiungere condizioni che sa inaccettabili per Hamas», perché conterebbe poi su Hamas «per far naufragare l’intesa». Quanto ai no di Hamas, sostiene Stefanini, «vanno soprattutto presi come “no, ma”, cioè intesi ad ottenere condizioni migliori». Secondo Giuliano Ferrara (Il Foglio), «la febbre del negoziato per il cessate il fuoco a Gaza è più nebbiosa ancora della guerra» e rischia di far dimenticare l’obiettivo primario di sconfiggere Hamas «e gli altri eserciti di annientamento, promossi e foraggiati dalla rivoluzione islamista di Teheran». Sul tema si è espresso anche Pierbattista Pizzaballa, patriarca latino di Gerusalemme, ieri ospite del Meeting di Rimini. «La guerra finirà, spero che con i negoziati si risolva qualcosa: ho i miei dubbi, ma è l’ultimo treno. Se non si arriva a un cessate il fuoco ora sarà drammatico», le sue parole, riportate tra gli altri dal Sole 24 Ore.
Il democratico Keith Ellison, primo deputato musulmano eletto al Congresso Usa, si è posto come mediatore tra Kamala Harris e i gruppi di sostenitori del partito più vicini alla causa palestinese, rumorosamente in dissenso con la linea della Casa Bianca anche durante la convention di Chicago. Al Corriere della Sera il politico dice: «Io chiedo da un decennio la fine dell’embargo contro Gaza, ci sono stato tre volte dal 2009. Rifiuto l’idea che israeliani e palestinesi non possano vivere in pace».
La Stampa propone un articolo sul battaglione haredi Netzah Yehuda, accusato di compiere atti di «sfrenata violenza contro le popolazioni non ebraiche».
Due anni con la condizionale. È la pena confermata in Germania nei confronti della 99enne Irmgard Furchner, ritenuta complice nella morte di 10.505 persone nel lager di Stutthof vicino Danzica. La donna era la segretaria del campo. Per la Corte di Giustizia tedesca «una colpa che né il tempo né l’età possono cancellare» (Corriere).