DAI GIORNALI DI OGGI – Bokertov 28 agosto 2024

«Un raro momento di vittoria per Israele e un altro ancora più raro di felicità condivisa tra cittadini ebrei e musulmani in questi mesi di guerra e dolore». Così il Corriere della Sera descrive il salvataggio di Qaid Farhan Alkadi, beduino del Negev, rapito da Hamas il 7 ottobre mentre lavorava in un kibbutz vicino Gaza. Alkadi è stato recuperato in un’operazione israeliana in un tunnel di Khan Younis. Repubblica scrive che non ci sono stati combattimenti. I suoi carcerieri l’avrebbero lasciato indietro con l’avvicinarsi dei soldati israeliani. «All’improvviso ho sentito parlare ebraico fuori dalla porta – ha detto l’ex ostaggio al presidente Isaac Herzog al telefono – non potevo crederci e mi sono messo a urlare. Dovete lavorare per riportare gli altri. Senza sosta. C’è gente che sta soffrendo lì». I rapiti in mano a Hamas sono 108, di cui almeno trenta sono morti, ricorda la Stampa.

È stata la Shayetet 13, unità speciale della marina israeliana, a portare in salvo Alkadi. Fondata nel 1949, riporta Repubblica, «ha partecipato a missioni clandestine in Egitto, Libano, Siria, Algeria, distruggendo navi, catturando nemici, eliminando terroristi, compresi alcuni dei responsabili della strage di atleti israeliani alle Olimpiadi di Monaco del 1972».

«Sale la tensione in Cisgiordania», titola il Sole 24 Ore dopo l’uccisione di un arabo israeliano a Wadi Rahhal, vicino a Betlemme. L’uomo è morto dopo un raid violento di estremisti israeliani nel villaggio «dove pare alcuni giovani palestinesi tirassero pietre contro le auto israeliane», scrive il Corriere. I terroristi di Hamas hanno invocato per oggi un giorno di rabbia. L’esercito israeliano ha aperto un’inchiesta. Libero parla di rischio terzo fronte e aggiunge: «I coloni estremisti, che hanno il loro mentore nel ministro di ultradestra Itamar Ben Gvir, sono un problema per il governo di Benjamin Netanyahu, che si risparmierebbe volentieri un’escalation nella West Bank». La Stampa parla di «condizioni sempre più dure per i palestinesi nelle carceri israeliane», definendolo «il nuovo corso imposto dal ministro della Pubblica Sicurezza Ben Gvir».

«Chi le scrive è a buon diritto palestinese ed ebreo. Mio padre, come mio nonno e mio bisnonno abitavano nella Città vecchia di Gerusalemme dalla metà dell’Ottocento, provenienti dal Marocco». Così si apre la lettera del rabbino Mino Bahbout al Foglio in cui denuncia le discriminazioni subite dagli ebrei in Medio Oriente nel corso dei secoli.

La federazione europea dei giornalisti, 38 sindacati compresa l’italiana Fnsi e numerose ong hanno inviato una lettera all’Ue per chiedere la sospensione dell’accordo di associazione Ue-Israele. «Si accusa Israele. L’unico paese dell’area mediorientale in cui ci sia la libertà di stampa, in cui i giornali possono criticare, e lo fanno tutti i giorni, il governo e i vertici militari, di essere responsabile della limitazione della libertà di stampa», sottolinea il Foglio, accusando i sindacati dei giornalisti di aver adottato una «posizione smaccatamente unilaterale».

La scrittrice Cecilia Parodi è indagata a Milano per propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale. A presentare denuncia, riportano i quotidiani, gli avvocati della senatrice a vita Liliana Segre e dell’Ucei per un video postato su Instagram in cui Parodi pronunciava frasi antisemite.