DAI GIORNALI DI OGGI – Bokertov 3 settembre 2024

Si riaccende la tensione tra Washington e Gerusalemme. Ieri il presidente Usa Joe Biden, rispondendo a un giornalista, ha accusato il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu di «non fare abbastanza» per arrivare a un accordo per gli ostaggi. Dal canto suo Netanyahu si è detto «sconcertato» per le parole dell’inquilino della Casa Bianca, ribadendo in un discorso alla nazione l’intenzione di mantenere il controllo sul corridoio Filadelfia.
Secondo fonti del Washington Post, citate dal Corriere della Sera e da altri giornali, se le parti non accetteranno la proposta finale elaborata dagli Usa entro una settimana «questa potrebbe essere la fine dei negoziati a guida americana». Un fatto, si legge su Repubblica, «che peserebbe molto più su un primo ministro eletto come Netanyahu che non contro un capo che si nasconde nei tunnel come Yahya Sinwar a Gaza».
Qualche titolo sull’argomento: «Alta tensione Usa-Israele» (Corriere della Sera), «Duello Biden-Netanyahu sulla tregua» (Repubblica), «Israele e l’America contro Netanyahu» (Giornale), «Biden attacca Netanyahu e non Hamas» (Libero), «Gaza, Biden attacca Netanyahu» (Domani).

Ieri in Israele è andato in scena uno sciopero generale che ha bloccato il paese per varie ore. Uno sciopero non politico «bensì umanitario», riferisce al Corriere della Sera il direttore generale per gli affari internazionali del sindacato Peter Lerner. Israele, afferma, «deve salvare le vite dei suoi cittadini, a qualsiasi prezzo». Secondo La Stampa, «le cannonate tra l’opinione pubblica all’attacco del premier israeliano Benjamin Netanyahu hanno superato, almeno per un giorno, il fragore della guerra a Gaza, del conflitto sul confine con il Libano e dell’operazione di Tsahal in Cisgiordania». Per il demografo italo-israeliano Sergio Della Pergola, intervistato dal Messaggero, è cresciuta nel paese «l’indignazione per le scelte del governo». Scelte, a suo dire, «che mettono a ulteriore rischio la vita dei rapiti pur di mantenere il livello di fermezza e di continuare la guerra».

Ieri è stato anche il giorno della commozione per gli ultimi due funerali dei sei ostaggi uccisi di recente da Hamas. Repubblica racconta quello del 23enne israelo-americano Hersh Goldberg-Polin: «Non doveva finire così, il messaggio che hanno ripetuto tutti, a cominciare dal presidente israeliano Isaac Herzog». Sepolta anche la 40enne Carmel Gat. Suo cugino, l’attivista Gil Dickmann, proseguirà nel suo impegno per gli ostaggi. Lo riferisce La Stampa, riportandone il pensiero: «Per me questa non è una guerra tra israeliani e palestinesi, né tra ebrei e musulmani. È una guerra tra chi crede che un accordo possa salvare delle vite e quelli che santificano la morte». Ieri Israele «era in lutto», si legge sul Foglio. Un lutto universale «per Hersh, Carmel e tutti gli altri». Ma anche un lutto rabbioso «contro il primo ministro che soltanto ieri sera ha accettato di parlare alla nazione»

La cantante israeliana Noa si esibirà giovedì sera nel giardino della sinagoga di Firenze. «Sono consapevole della vulnerabilità, della paura, che si è impadronita delle vite di molti ebrei e sono qui per portare amore, luce, speranza e una visione per un futuro condiviso», dichiara l’artista ai giornali del Quotidiano Nazionale. Il concerto concluderà l’edizione del 2024 Balagan Cafè, il festival estivo organizzato dalla Comunità ebraica locale.