DAI GIORNALI DI OGGI – Bokertov 13 settembre 2024
«Per ora non c’è alcuna decisione ufficiale», precisa Repubblica. Ma il Viminale sembrerebbe sempre più convinto dell’idea di impedire l’iniziativa dei Giovani Palestinesi a Roma, in programma il 5 ottobre sotto lo slogan “Il 7 ottobre 2023 è la data di una rivoluzione”. In attesa della decisione del ministero, si legge, «la macchina della propaganda filopalestinese è già attiva: sono attesi pullman da Milano, Brescia, Padova, Reggio Calabria, Modena e Bologna» e non si esclude che eventi dello stesso tenore siano proposti in altre città. Per il Messaggero «anche se una circolare non è ancora stata trasmessa dalla prefettura, l’orientamento è chiaro: il corteo sarà vietato per motivi di ordine pubblico». I timori del Viminale sarebbero legati in particolare all’eventualità che la manifestazione «possa diventare occasione per inneggiare al massacro degli israeliani» (Corriere della Sera).
«Nell’area di nostra responsabilità si registrano ripetuti attacchi di sempre maggiore intensità condotti da entrambe le parti con colpi di artiglieria, lanci di razzi e impiego di droni», racconta al Sole 24 Ore Stefano Messina, comandante del contingente italiano e del settore Ovest di Unifil. Al momento, riferisce il militare, «tali azioni sembrerebbero essere ancora finalizzate, il condizionale è d’obbligo, a ristabilire il reciproco equilibrio di deterrenza» tra Israele e Hezbollah. Vari giornali si soffermano sulle riflessioni del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella sul «conflitto disumano e intollerabile» in corso a Gaza. Il Corriere della Sera definisce la guerra di Israele contro i terroristi di Hamas «la rappresaglia di Tel Aviv».
Un sogno impossibile. Così la testimone della Shoah e scrittrice Edith Bruck, intervistata dalla Stampa, definisce la convivenza tra israeliani e palestinesi. «Il problema è la terra», sostiene Bruck. «Hamas vuole distruggere Israele, che deve lottare per sopravvivere. L’unica soluzione sono i due Stati, ma siamo sempre fermi al punto di partenza». A detta di Bruck, dopo il 7 ottobre «si è innescato un circolo vizioso di odio e vendetta».
Per Claudio Cerasa, direttore del Foglio, alle Nazioni Unite c’è bisogno «di riflettere su un tema non più eludibile». Se cioè sia normale o no «che siano sempre di più i dipendenti dell’Unrwa di cui si scopre la collaborazione con Hamas». Per Cerasa, quando l’Onu «fischietta sul suo collaborazionismo con Hamas» offre un buon pretesto «per sospettare che il suo odio contro Israele sia qualcosa di più di un incidente della storia».