L’OSSERVAZIONE – Levi Sacerdotti: Basta con “il noi e il voi”
È stato un successo la 25esima edizione della Giornata della Cultura ebraica se pensiamo all’anno che abbiamo vissuto e alla tragedia dei rapiti che stiamo ancora vivendo. Lo è stata perché a Torino, città capofila, la GECE si è aperta con i bambini della scuola ebraica entrati nel tema famiglia simulando un Seder di Pesach e dando lettura dei brani relativi ai quattro diversi profili di giovani presenti nella Haggadah.
Lo è stata perché ci sono ancora molte persone che, nonostante l’antisemitismo cavalcante e l’informazione spesso scorretta, hanno ancora voglia di conoscere la cultura ebraica, di fermarsi a un panel di discussione, di guardare uno spettacolo teatrale o di chiedere che cos’è una mezuza, o guastare un biscotto di Pesach. E questo deve riempirci di gioia e di ottimismo.
Poi ci sono stati i saluti istituzioni che in alcuni casi, non tutti ovviamente, ci hanno riportato a un noi/voialtrismo da cui siamo stati afflitti in questi mesi. Niente di nuovo, ma sentire ancora da rappresentati delle istituzioni che la cultura ebraica è la «vostra» cultura, che oggi è la «vostra giornata» fa rabbrividire.
Quindi direi molto opportuna la scelta di aver cominciato con la lettura dei quattro tipi dell’Haggadah, là dove il rashà (ribelle) dice: «Che cos’è per voi questa cerimonia?». «Per voi, non per lui. Ed avendo egli escluso se stesso dalla collettività e rinnegato il principio basilare dell’ebraismo…».
Per fortuna però Cristina Baietta, direttore editoriale Touring Editore, ha presentato il Viaggio nell’Italia ebraica del Touring Club Italiano, sottolineando che la guida è uno strumento per far conoscere la cultura ebraica come parte integrante di quella europea.
E ha fatto bene Evelina Meghnagi con ironia a ricordare che non esiste un noi/voi per la cultura o per la natura, e che un tramonto o un quadro sono di tutti. Lo ha spiegato perfettamente il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, affermando che la GECE è «una manifestazione che nel tempo ha saputo affermarsi come occasione, per tutti, per riscoprire un patrimonio culturale di grande valore, parte integrante della storia europea e italiana».
Attendendo il prossimo anno, non rimane che provare a rispondere alle impegnative domande che i bambini hanno lanciato agli adulti durante il Seder.
Sara Levi Sacerdotti