ISRAELE-ITALIA – Il saluto del neoambasciatore Peled
Di seguito pubblichiamo il testo di saluto a Moked/Pagine Ebraiche dell’ambasciatore designato d’Israele in Italia Jonathan Peled.
Sono molto lieto ed entusiasta di assumere l’incarico di ambasciatore di Israele in Italia e San Marino. Sento in pieno l’onore e l’onere del mio compito di rappresentare Israele anche con le comunità ebraiche italiane, parte integrante della società civile di questo meraviglioso Paese che mi ospita. Avendo dedicato oltre 33 anni alla carriera diplomatica, è un privilegio per me poter rappresentare ora Israele a Roma, una città così ricca di storia e un vivace mosaico culturale. I nostri due paesi godono di eccellenti relazioni, sia a livello istituzionale e governativo, sia a livello umano e della società civile. Un rapporto ampio e profondo con il quale i nostri due paesi coltivano un ampio ambito di cooperazione in una vasta varietà di ambiti, come quelli di cultura, economia, mondo accademico, società civile, associazioni e altro ancora. Condividiamo molti valori comuni, una cultura e una mentalità mediterranea simili e la stessa gioia di vivere. Un rapporto nel quale la comunità ebraica italiana svolge spesso un importante funzione di ponte.
È certamente un ottimo punto di partenza per il compito che sono chiamato a svolgere, e sono grato ai miei predecessori che hanno contribuito a questo risultato. Con profondo senso di responsabilità mi appresto a portare anche io il mio contributo all’ulteriore approfondimento di queste relazioni, auspicando di riuscire a far sentire con maggior frequenza e determinazione la voce di Israele qui in Italia, e immaginando un futuro in cui il calore dell’Italia sarà profondamente sentito in Israele e lo spirito di Israele risuonerà ancor di più qui in Italia. Attendo dunque con impazienza di poter presentare le lettere credenziali al Presidente della Repubblica, per poter iniziare a pieno titolo il mio lavoro.
L’anno trascorso ha posto sfide significative allo Stato di Israele e alle comunità ebraiche di tutto il mondo. La guerra che ci è stata imposta sta mettendo a dura prova la nostra resilienza e la nostra unità. Io stesso, nato nell’antica e storica Gerusalemme, sono cresciuto in un kibbutz al confine settentrionale di Israele, sperimentando personalmente il pericolo costante e la minaccia alla nostra sicurezza. Tuttavia, in questi tempi di angoscia, riscopriamo la forza e la solidarietà che ci uniscono, Israele e comunità ebraica nella diaspora, in un comune destino. Come ebrei, nel corso degli anni, abbiamo affrontato varie difficoltà e ne siamo usciti più forti, trovando sempre il modo di crescere e adattarci anche nei momenti più difficili.
Ci avviciniamo alle festività del mese di Tishrei, un periodo tradizionalmente caratterizzato da riflessione, ricerca interiore e rinnovamento. Auguro un felice anno nuovo alla comunità ebraica, all’Italia, a Israele e ai rapporti tra i nostri Paesi. Prego perché i nostri fratelli e sorelle rapiti e ancora in ostaggio facciano presto ritorno a casa sani e salvi, e per la salute e l’incolumità dei nostri soldati.
Buon anno nuovo e auguri per un anno ricco di pace, prosperità e rafforzamento dei legami tra Israele e Italia.
Jonathan Peled