DAI GIORNALI DI OGGI – Bokertov 30 settembre 2024
«La fine del padrino, ma il paese resta lacerato». Così il Corriere della Sera riassume l’eliminazione del capo di Hezbollah Hassan Nasrallah, ucciso in un attacco israeliano a Beirut venerdì scorso. Il potere di Hezbollah, spiega il quotidiano, ha una presa da organizzazione mafiosa sul Libano. Ora il gruppo terroristico, senza guida, è indebolito e Tsahal ha iniziato delle operazioni in territorio libanese per distruggere le postazioni da cui spara contro le case israeliane. Per il momento si tratta di manovre ristrette (La Stampa).
L’uccisione di Nasrallah cambia il Medio Oriente e paralizza l’Iran, scrive il Foglio. Teheran ha perso uno dei suoi principali alleati e ora, spiega il quotidiano, non sa come reagire. Israele intanto ha mostrato, sottolinea il Corriere, come «nessun posto sia troppo lontano» per colpire i propri nemici. In più, aggiunge sulle stesse pagine il politologo francese Frédéric Encel, «tanti nella regione temono l’asse sciita più dello storico nemico ebraico» e quindi festeggiano l’eliminazione di Nasrallah.
Secondo l’ex capo di governo israeliano Ehud Olmert, intervistato da Repubblica, «invadere il Libano non fermerà i razzi su Israele». Da primo ministro, nel 2006, Olmert ordinò l’invasione del sud del Libano dopo il rapimento di due soldato. L’operazione è considerata un fallimento.
Sui quotidiani italiani si riportano anche le parole di papa Bergoglio riguardo all’attacco israeliano in Libano, definito «immorale e non proporzionato». Nello stesso colloquio, ha definito l’aborto «un omicidio» e i medici che lo praticano dei «sicari».
Massima allerta nei luoghi ebraici in Italia per possibili attacchi di Hezbollah all’estero, ma anche per le manifestazioni pro palestinesi previste per l’anniversario del 7 ottobre. «Abbiamo evidenze che c’è chi si sta organizzando per rilanciare slogan e materiale antisemita. Nel pieno rispetto delle opinioni, questo non sarà possibile», spiega una fonte del Viminale a Repubblica.
La manifestazione di sabato a Milano è l’esempio di cosa ci si aspetta dai movimenti pro palestinesi. Qui sono apparsi cartelli antisemiti contro Liliana Segre e altri esponenti della comunità ebraica e vicini a Israele ed è stato tenuto un minuto di silenzio per Nasrallah. «È preoccupante che nelle città più importanti d’Italia si possa liberamente inneggiare al terrore e ai massacri», ha denunciato la presidente Ucei Noemi Di Segni, ripresa da Giornale, Libero e Messaggero. La Stampa, tra gli altri, riprende l’allarme del presidente della Comunità ebraica di Milano, Walker Meghnagi: «Siamo a un passo dalla caccia all’ebreo». Ironica la risposta di Segre agli odiatori (Corriere, Repubblica): «Scopro a 94 anni di essere un’agente sionista».
Sempre a Milano domani si terrà una manifestazione per la pace in piazza San Babila promossa da Camera del Lavoro, assieme ad Anpi e Arci, con l’adesione, tra gli altri, di Pd, Rifondazione, 5 Stelle, Verdi e Sinistra. La Comunità ebraica non ci sarà, sottolinea Repubblica Milano.
«Non ci sono state, né ci sono, né ci saranno manifestazioni Pro Palestina in cui si chiede ad Hamas di rilasciare gli ostaggi o ad Hezbollah di smetterla di lanciare razzi, perché il punto non è mai la Palestina L’antisemitismo è una nevrosi di massa, è proiezione, solo che è venuta meno la sanzione sociale perché, davvero, non importa a nessuno, o comunque non è niente che non si possa risolvere scrivendo un messaggio di solidarietà a Liliana Segre sui social», scrive su La Stampa Assia Neumann Dayan.
In Austria il Partito della Libertà (FPÖ), di estrema destra, ha vinto le elezioni per il rinnovo della camera bassa del parlamento con il 29,2 per cento dei voti, ma non ha i numeri per formare un esecutivo. «È un esito terribile per il Paese, perché c’è il rischio che vadano al governo neonazisti e “Kellernazi”, cioè nazisti in incognito», commenta a Repubblica e La Stampa il presidente del Congresso ebraico europeo, Ariel Muzicant. A guidare l’FPÖ è Herbert Kickl, che Repubblica descrive come un timido dalla retorica estremamente violenta, tra cui attacchi antisemiti. «I suoi slogan contundenti e incendiari, spesso sono presi direttamente dal vocabolario nazista», spiega il quotidiano.
L’approfondimento del Corriere Dataroom è dedicato alle promesse elettorali del partito di estrema destra tedesco AfD. Promesse, spiega il quotidiano, che «minacciano i principi base della Costituzione tedesca e che andrebbero persino a peggiorare le condizioni dei propri elettori». Tra gli esempi: l’impossibile piano per espellere 2 milioni di persone immigrate in Germania, l’uscita dall’euro, la riduzione del sussidio sociale.