DAI GIORNALI DI OGGI – Bokertov 8 ottobre 2024
In Israele l’anniversario del 7 ottobre si è aperto con nuovi lanci di razzi da parte di Hamas e Hezbollah. «Razzi sul giorno del ricordo», titola il Corriere della Sera. «Sono intrappolata nel 7 ottobre. Vivo attraverso gli stessi tramonti e le stessa albe. Senza fine», afferma al quotidiano una ragazza la cui famiglia è stata sterminata un anno fa. Molte le commemorazioni organizzate nel paese, riporta Repubblica: una ufficiale con le autorità, le altre promosse dai famigliari delle vittime. Il Sole 24 Ore ricorda quella organizzata davanti alla casa del premier israeliano Benjamin Netanyahu dai parenti degli ostaggi per chiedere una tregua in cambio della liberazione dei rapiti. Sempre il Sole pubblica un reportage da Re’im, dove si è ricordato l’eccidio compiuto da Hamas contro i partecipanti al festival musicale Nova. «Io sono qui. Ma la mia testa è sempre nel rifugio anti razzo di Re’im. Ogni ora. La notte mi sveglio di soprassalto, sudata, con gli incubi. Fino a che Eliya non sarà tornato sarò sempre in quel rifugio», racconta al quotidiano Zivi Abud, sopravvissuta al massacro. Il suo fidanzato Eliya Cohen è invece tra i rapiti.
Le cerimonie per commemorare il 7 ottobre sono al centro delle cronache dei quotidiani, a partire da quella organizzata al Tempio Maggiore di Roma alla presenza della presidente del Consiglio Giorgia Meloni. «Per arrivare al Tempio bisogna incrociare gli occhi dei rapiti che sorridono dai manifesti: i vivi, ancora prigionieri nei tunnel di Gaza, e i morti, con la scritta killed by Hamas. Sulle panchine ci sono gli orsacchiotti di peluche con gli occhi bendati e la pelliccia insanguinata e, sui muri della scuola ebraica, le immagini sconvolgenti del pogrom del 7 ottobre. Un anno dopo, al Ghetto di Roma transennato e blindato, è ancora quel giorno. Terrore, dolore, speranza», racconta il Corriere della Sera. Il quotidiano racconta le molte presenze del governo e, come Libero, sottolinea l’assenza dei leader di Pd e Cinque Stelle, Elly Schlein e Giuseppe Conte. La Stampa titola sulle parole di Meloni a margine della cerimonia «Israele deve difendersi ma rispetti il diritto umanitario». Il Giornale sottolinea invece l’allarme della premier per «l’antisemitismo dilagante».
«I nostri timori siano i timori di tutti», afferma al Corriere della Sera la presidente Ucei Noemi Di Segni in un’intervista in cui denuncia le distorsioni su Israele e l’antisemitismo crescente in Italia. In particolare Di Segni sottolinea come questi fenomeni tocchino scuole e università e siano influenzate da «una regia che orienta coscienze, che paga, finanzia, indottrina e recluta, che usa i canali del fondamentalismo, gridando al dolore e al male». Quanto al linguaggio, Di Segni stigmatizza l’uso delle parole legate alla Shoah ribaltate contro Israele «semplificando tutto, senza nessuna indagine sulla reale situazione che riguarda la vicenda palestinese. Questo appiattimento è antisemitismo. Coinvolge tutti gli ebrei, ovunque siano e ovunque vivano».
A Torino, nonostante i divieti, si è tenuta una manifestazione pro palestinese in cui sono rimasti feriti tre agenti. A riguardo La Stampa ricorda le parole del rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni: «Basta celebrare il terrorismo come atto rivoluzionario». Per il presidente della Comunità ebraica capitolina, Victor Fadlun, i giovani propal «hanno ricevuto cattivi insegnamenti». A Milano è stata espressa solidarietà alle forze dell’ordine e, riporta La Stampa, i cittadini hanno partecipato in massa alla commemorazione in sinagoga. «Il grido della Sinagoga: Da quel giorno per noi la vita è cambiata», titola il Giornale raccontando la cerimonia milanese.
Molti approfondimenti sul significato dell’anniversario del 7 ottobre. Paolo Giordano sul Corriere della Sera parla di «assenza di speranza che pesa e divide». Sulle stesse pagine, l’editorialista del New York Times Thomas Friedman sostiene che «l’alternativa ai due stati è nessuno stato» e, parlando della politica Usa, afferma che «Biden sarà l’ultimo presidente democratico pro Israele».
Il Sole 24 ore intervista la scrittrice Zeruya Shalev, che critica la gestione del premier Netanyahu delle trattative di pace. Su Libero Daniele Capezzone scrive: «Abbiamo un piano di pace: cancellare Hamas, Hezbollah e far implodere il regime iraniano».
Il Foglio scrive dello scontro tra Netanyahu e il presidente francese Emmanuel Macron, che ha invocato uno stop alla vendita di armi a Israele. La presa di posizione di Macron è stata accolta dal premier israeliano come un’inaccettabile provocazione. «Mentre Israele combatte le forze della barbarie guidate dall’Iran, tutti i paesi civilizzati dovrebbero stare saldamente dalla parte di Israele», ha reagito Netanyahu. «Il presidente Macron e altri leader occidentali chiedono un embargo sulle armi contro Israele. Dovrebbero vergognarsi». Intanto, riporta Avvenire, anche in Francia gli episodi di antisemitismo sono cresciuti in modo esponenziale: +192% in un anno. «L’ondata antisemita cresce in tutti i Paesi europei», sottolinea Libero.