L’APPUNTO – Gadi Polacco: Pitigliano dà lo sfratto a Succot
«A seguito di un’attenta riflessione interna, al fine di evitare fraintendimenti che potrebbero distorcere le intenzioni originali di un’iniziativa concepita esclusivamente per il suo valore storico e culturale, l’Amministrazione Comunale ha deciso di annullare il laboratorio pensato per la Festa delle Capanne». Lo ha scritto il Comune di Pitigliano, uno degli 850 comuni italiani, 13 in Toscana, che hanno partecipato al bando e beneficiato di un finanziamento dedicato al turismo delle radici promosso dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. Dalla pagina Facebook del Comune di Pitigliano: «Il comitato di scopo, che si è costituito per coordinare il progetto, ha elaborato un programma di iniziative che permetteranno ai nostri ospiti di riconnettersi con le loro radici e tradizioni attraverso esperienze che rievocano il passato». Dunque, il Comune di Pitigliano ritiene che un laboratorio dedicato a Succot (la Festa ebraica delle Capanne) possa venir letto come vicinanza allo Stato d’Israele, in lotta per la propria sopravvivenza. Sarà certamente casuale, ma l’“attenta riflessione” viene in pratica comunicata in concomitanza con il primo anniversario del pogrom perpetrato dai terroristi di Hamas in Israele.
Quali fraintendimenti possano distorcere il significato di un laboratorio dedicato a una festività biblica (Levitico 23,39), inclusa quindi nel cosiddetto Antico Testamento fatto proprio anche dalla cristianità, è assai arduo capirlo, se non ricorrendo a una lettura politica, emergente dall’imbarazzato ed imbarazzante testo, timorosa di rischiare di apparire non del tutto aderente al vento che spira nell’ambito politico pregiudizialmente ostile ad Israele. Triste fatto questa censura per la cittadina che pur si appella “Piccola Gerusalemme”, con un richiamo a quella città che, ancora oggi e nonostante i drammatici avvenimenti in corso, vede le varie religioni esprimersi liberamente. Nel programma rimane però un laboratorio sullo “sfratto”, il dolce a forma di bastone che ricorda, appunto, lo sfratto ai danni degli ebrei per chiuderli nel ghetto di Pitigliano. Sembra quasi un beffardo collegamento con l’attuale sfratto “culturale”.
Gadi Polacco