DAI GIORNALI DI OGGI – Bokertov 10 ottobre 2024

Il presidente Usa Joe Biden e il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu non si parlavano dal 21 agosto. Ieri lo hanno fatto, raccontano i quotidiani: alla presenza di Kamala Harris, hanno discusso telefonicamente la risposta israeliana all’Iran. Dalla Casa Bianca sarebbe arrivato il via libera a Gerusalemme per colpire le strutture militari di Teheran. Il ministro della Difesa israeliano Gallant ha assicurato che l’attacco sarà «letale, preciso e sorprendente» , riporta il Corriere della Sera. Nelle stesse pagine viene citato l’ultimo libro del giornalista Bob Woodward, da cui emerge che Biden avrebbe definito Netanyahu: «Un bugiardo. Pensa solo a sé».

«Con i jihadisti non si può utilizzare la diplomazia, nella loro prospettiva tutto si riduce a una visione in bianco o nero. Ci abbiamo provato molte volte durante questi anni, sia con Hamas sia, più specificamente, con Hezbollah: tutti i nostri sforzi sono stati vani», afferma a La Stampa Harel Chorev, ricercatore senior presso il Centro Moshe Dayan. Ragionamento, aggiunge, valido anche per l’Iran. «In questo momento è chiaro anche agli Usa il fatto che Netanyahu non abbia altra scelta se non intraprendere un attacco completo» contro Teheran. Per Chorev comunque l’Iran non vuole una guerra aperta perché non ha il sostegno della sua opinione pubblica.

Il Sole 24 Ore riporta l’iniziativa francese di organizzare a Parigi una conferenza internazionale per il Libano. Si terrà il prossimo 24 ottobre e l’obiettivo, si legge in un comunicato dell’Eliseo, «sarà quello di mobilitare la comunità internazionale per rispondere ai bisogni di protezione e soccorso d’emergenza della popolazione libanese e di identificare i modi per sostenere le istituzioni del Libano».

Su la Stampa si parla della lettera di 130 militari israeliani che hanno chiesto al governo Netanyahu di terminare le operazioni a Gaza e accettare un cessate il fuoco in cambio della liberazione degli ostaggi.

In una lettera al Messaggero il presidente della Comunità ebraica di Roma Victor Fadlun ricorda l’anniversario dell’attentato terroristico palestinese al Tempio Maggiore del 1982 in cui morì il piccolo Stefano Gaj Taché. «Oltre a rinnovare la richiesta di verità e giustizia», Fadlun denuncia le similitudini con il presente: «quell’attentato era stato preparato da una campagna di odio antiebraico e di sobillazione degli animi innescata dalla guerra in Libano».

L’antisemitismo è una questione di sicurezza nazionale, sottolinea al Corriere della Sera il comandante generale dell’Arma dei Carabinieri Teo Luzi. Nell’intervista, alla vigilia della fine del suo incarico, Luzi sostiene anche la necessità di «una legge di cittadinanza per gli stranieri nati in Italia» perché quella attuale, del 1992, è «obsoleta».

Il sindaco di Udine Alberto Felice De Toni è tornato sulla sua decisione originaria, comunicata a giugno, e ha concesso il proprio patrocinio alla partita di Nations tra Italia e Israele di lunedì allo Stadio Friuli. «È il patrocinio del sindaco in persona, che non impegna la giunta né il consiglio e quindi nemmeno la maggioranza di centrosinistra», spiega il Corriere.

A colloquio con il Foglio, il deputato Pd Piero Fassino spiega: «Un conto è essere critici, anche severi nei confronti di Netanyahu (e io lo sono). Ma le accuse non si possono trasformare in una grave sottovalutazione dell’aggressione che Israele ha subito e subisce: la sinistra – almeno quella in cui mi riconosco io – deve tornare a fare la sinistra». Sul 7 ottobre La Stampa intervista lo storico e professore emerito dell’Università ebraica di Gerusalemme Moshe Zimmermann. «Non è stato possibile garantire la sicurezza degli ebrei in Israele, più e meglio di quanto sia stata garantita agli ebrei nella diaspora. Questo lo considero un fallimento del sionismo», sostiene Zimmermann.

Massimo Giuliani su Avvenire presenta il volume Decostruire l’antigiudaismo cristiano, traduzione di un testo realizzato dai vescovi francesi. Per Giuliani è «un’ottima sintesi del profondo percorso compiuto dal magistero e dalla teologia per presentare il messaggio evangelico e l’insegnamento ecclesiale purificati da ogni malevolenza».

Il Foglio parla di «triste evoluzione di Greta Thunberg, in marcia con gli islamisti», raccontando come la giovane abbia partecipato a molte manifestazioni contro Israele e dando visibilità a personaggi apertamente a favore di Hamas.

Al Teatro Argentina di Roma va in scena questa sera l’ultima replica di House di Amos Gitai con protagonisti i residenti di una casa a Gerusalemme. «In House raccontiamo gli abitanti che vivono insieme. Ci sono ebrei e palestinesi, israeliani, arabi, iraniani. E nella convivenza è la forza dello spettacolo», spiega al Messaggero l’attrice Irène Jacob, tra le protagoniste della pièce teatrale.