DAI GIORNALI DI OGGI – Bokertov 11 ottobre 2024
Si accende la tensione tra Roma e Gerusalemme dopo il caso degli spari sulla missione Unifil, definiti dal ministro della Difesa italiano Guido Crosetto un potenziale «crimine di guerra». Crosetto ha dichiarato che «non esiste la giustificazione di dire che le forze armate israeliane avevano avvisato Unifil che alcune delle basi dovevano essere lasciate», perché «le Nazioni Unite e l’Italia non possono prendere ordini dal governo israeliano».
«È inaccettabile ciò che è successo, è inaccettabile che per errore o ancora peggio intenzionalmente vengano colpite basi di Unifil», dichiara al Corriere della Sera il ministro degli Esteri Antonio Tajani. «Israele può difendersi militarmente, ha tutto il diritto di rispondere al barbarico assalto del 7 ottobre. Ma le sue operazioni devono rispettare in ogni momento il diritto internazionale, i civili e in questo caso i contingenti delle Nazioni Unite».
Sull’ipotesi di un allontanamento dall’area Andrea Tenenti, il portavoce del contingente italiano, dice a Repubblica: «Nella missione ci sono 10.400 caschi blu provenienti da 50 Paesi. La decisione finale spetta al Consiglio di Sicurezza, ma io posso dirle che nessuno dei Paesi in questi giorni ha mai pensato ad andare via. Non è una nazione che può dirci cosa fare». Secondo Il Foglio, Crosetto «avrebbe ventilato l’ipotesi di spostare il contingente in altre missioni all’estero, una svolta che avrebbe del clamoroso e che andrebbe a intaccare le relazioni con il governo israeliano». Interpellato dalla Stampa, l’analista israeliano Barak Ravid dice di non credere «alla versione secondo cui Israele ha sparato intenzionalmente contro le forze di interposizione che non hanno seguito l’indicazione di evacuare».
«Gli italiani sanno benissimo chi sono i buoni e i cattivi in questa storia, ma un esercito che apre il fuoco contro i caschi blu commette un errore strategico, viola il diritto internazionale e si macchia di un atto ostile contro un Paese amico», scrive Mario Sechi su Libero. In ogni caso, aggiunge, è tempo che Unifil se ne vada perché «sono una cortina fumogena per i terroristi e un ostacolo per l’Idf che cerca di smantellare le loro postazioni».
Media del mondo arabo sostengono che il capo dell’ufficio di Esmail Qaani, il capo della forza Quds del regime di Teheran, abbia cooperato con Israele nelle recenti operazioni anti-Hezbollah. Se confermata, sottolinea Repubblica, «si tratterebbe dell’infiltrazione israeliana di più alto livello dentro gli apparati di sicurezza iraniani mai conosciuta».
La nomina dell’Unrwa tra i potenziali vincitori del Nobel per la Pace «ha provocato l’ira dei familiari delle vittime e degli ostaggi del 7 ottobre», scrive La Stampa. «In particolare di Ayelet Samerano, il cui figlio Yonatan fu ucciso e il cui corpo fu portato a Gaza da un dipendente dell’agenzia Onu».