DAI GIORNALI DI OGGI – Bokertov 22 ottobre 2024
Israele ha presentato ai mediatori Usa una proposta di cessate il fuoco in Libano. «Le condizioni consegnate agli americani richiedono la possibilità d’intervenire e impedire che Hezbollah si riarmi o si riposizioni sul confine, oltre alla libertà di operazione, ovvero di raid, per i jet nei cieli libanesi», scrive il Corriere della Sera. È improbabile, aggiunge il quotidiano, «che il governo a Beirut e la comunità internazionale accettino le richieste». D’altra parte la Casa Bianca ammette che la risoluzione Onu del 2006 sul disarmo del Sud del Libano deve essere rivista e rafforzata. «Potremmo accettare nuovi patti per implementarla», commenta il premier ad interim libanese Najib Mikati.
Di Libano e Gaza hanno discusso il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani, ieri in missione a Gerusalemme (La Stampa). «Abbiamo ottenuto assicurazioni da Netanyahu e dal ministro degli Esteri Israel Katz che Israele farà di tutto per garantire l’incolumità dei nostri militari di Unifil», ha dichiarato Tajani. Il capo della Farnesina, racconta il Giornale, ha presentato una proposta per «rafforzare l’esercito libanese che viene già addestrato dal contingente italiano nel porto di Beirut, l’elezione del presidente della Repubblica libanese e la creazione di un cuscinetto Unifil con più uomini e maggior potere e regole di ingaggio diverse».
In tema Unifil il Corriere critica l’affidabilità di una notizia diffusa dal quotidiano Israel Hayom, secondo cui «Hezbollah pagherebbe regolarmente i soldati Onu per lanciare razzi verso Israele dalle aree accanto alle basi internazionali». Secondo Israel Hayom a rivelare questo scambio sarebbe stato un terrorista di Hezbollah catturato dall’esercito. Unifil ha negato le accuse.
In Israele arriva oggi anche il segretario di Stato Usa Antony Blinken per promuovere una tregua a Gaza. Repubblica parla della possibilità di «un mini accordo» che preveda «una tregua temporanea in cambio del rilascio di un certo numero di ostaggi, senza ritiro dell’Idf dalla Striscia». Hamas ha diffuso la notizia della morte di una donna ostaggio, ma la notizia non è verificata, sottolinea il La Stampa.
«Attacco ai depositi di contanti. La nuova strategia di Israele per “strangolare” Hezbollah», titola il Giornale, raccontando la scelta delle forze di difesa israeliana di colpire le banche e le strutture finanziarie legate ai terroristi libanesi. In 24 ore di attacchi in tutto il Libano e anche in Siria, riporta Repubblica, l’Idf ha centrato un deposito milionario a Beirut; ha ucciso a Damasco il responsabile finanziario; e infine ha identificato il luogo in cui sono nascoste le riserve auree dei miliziani: «Sotto l’ospedale al-Sakal di Beirut c’è uno dei bunker di Nasrallah. Lì sono depositati almeno mezzo miliardo di dollari in banconote e oro», ha detto ieri sera l’Idf.
Sette israeliani, ebrei di origine azera, sono stati arrestati a metà settembre dalle forze di sicurezza dello stato ebraico con l’accusa di aver spiato per l’Iran. La notizia è stata diffusa ieri. «I sette avrebbero compiuto ben seicento missioni in due anni: il movente sarebbe esclusivamente economico e poiché venivano pagati per ogni compito concluso, sarebbero stati sempre affamati di nuovi incarichi», scrive Repubblica.
«Ero una persona felice, prima del 7 ottobre. Da oltre un anno, non sorrido più. Il mio migliore amico, il mio complice in tutto, è stato preso in ostaggio al Nova festival e dopo 382 giorni è ancora a Gaza. Almeno quaranta persone che conoscevo, tra amici cari e conoscenti, sono stati uccisi. È troppa, troppa morte per tornare a essere felice», racconta su La Stampa il ventiquattrenne Daniel Sharabi, sopravvissuto alla strage del Festival musicale di Re’im. «Ho 24 anni. Ho completato il servizio militare due anni fa. Ero un medico combattente della Brigata Givati. Ho acquisito molta esperienza come medico. Il mio professore era il migliore. Lo dico perché grazie a lui ho salvato la mia vita e quella di oltre 30 persone. Di recente, ho iniziato ad avere attacchi di panico. È la cosa più angosciante che mi sia mai capitata. Ho combattuto in guerra eppure inizio ad avere paura della morte».
La relatrice Onu per la protezione del diritto alla libertà di opinione Irene Khan ha accusato Stati Uniti, Canada, Francia, Germania e Belgio di aver represso le proteste pro palestinesi nei campus universitari. «Sono state talmente represse», scrive il Foglio, «che non uno degli studenti della Columbia University che hanno assaltato e occupato il campus è stato sospeso, neanche quando sono stati urlati slogan come “Hamas ti amiamo” a favore delle telecamere».
Per motivi di sicurezza l’Università Statale di Milano sta valutando la sospensione per l’anno accademico 2025/2026 dei programmi di studio in Israele alla Reichman University, ateneo privato situato a Herzliya. Lo stop, spiegano Corriere e Repubblica Milano, sarebbe solo temporaneo e dovrà essere discusso dal Senato accademico. Libero segnala come i movimenti pro palestinesi rivendichino la sospensione come un proprio successo.