DAI GIORNALI DI OGGI – Bokertov 30 ottobre 2024
Naim Qassem è il nuovo capo di Hezbollah. Nel farne un ritratto, il Corriere della Sera lo descrive come «una pallida copia» di Hassan Nasrallah, lo storico leader eliminato da Israele in estate. Al Corriere un anno fa Qassem dichiarava, riferendosi a Hezbollah: «Siamo parte della società, donne, uomini, bambini e miliziani tutti resistono. Per questo lavoriamo in ogni campo: dalla pedagogia all’assistenza sociale e sanitaria, dalla cultura alla politica. L’unione tra solidarietà e militanza formano un ecosistema solido. Per noi Israele non ha diritto di esistere». Per il Foglio «Qassem non sa nulla di guerra e ha paura. L’opportunità va colta adesso».
In Libano, scrive la Stampa, ci sarebbero progressi per un accordo sul cessate il fuoco. «Dovrebbe durare 60 giorni nei quali si implementerebbe la risoluzione 1701, con Hezbollah impossibilitato ad avere una presenza vicino al confine e si bloccherebbe il suo riarmo. Israele si riserverebbe il diritto di intraprendere azioni militari se l’esercito libanese o le forze Onu non riuscissero ad affrontare le violazioni». Intanto un razzo di Hezbollah ha causato il ferimento di otto militari austriaci del contingente Unifil, riporta il Giornale. Nello stesso articolo si parla di un bombardamento israeliano a Gaza in cui sono morte 109 persone.
Il presidente Usa Joe Biden vorrebbe raggiungere un’intesa anche per una tregua a Gaza, possibilmente prima delle elezioni del 5 novembre, sottolinea il Corriere della Sera. Ma gli sforzi dell’amministrazione non hanno ottenuto risultati. Per il momento, aggiunge il Corriere, la strada con maggiori possibilità è quella proposta dall’Egitto: una tregua molto breve in cambio della liberazione di quattro ostaggi prigionieri di Hamas.
La comunità internazionale, scrive il Sole 24 Ore, ha contestato il bando all’agenzia Onu Unrwa approvato il 28 ottobre dalla Knesset, criticando le ricadute su un’assistenza umanitaria già provata da oltre un annodi ostilità. Gli Stati Uniti hanno chiesto a Gerusalemme di sospendere il provvedimento. Intervistato da Repubblica, uno dei portavoce dell’Unrwa, Jonathan Fowler, afferma che l’organizzazione non si ritirerà e parla degli effetti delle nuove norme. «Per Gaza e la Cisgiordania, diventerebbero un problema il movimento di persone e merci attraverso Israele, e verrebbe a mancare la capacità di coordinarci con le autorità per diverse necessità, incluso il deconfliction (il coordinamento per evitare incidenti su attori umanitari) che è essenziale in ogni zona di guerra»
Oltre mille scrittori e operatori dell’editoria hanno firmato una lettera di sostegno al boicottaggio delle istituzioni culturali israeliane. Tra i firmatari, la filosofa americana Judith Butler, la scrittrice premio Nobel Annie Ernaux, l’indiana Arundhati Roy e l’italiana Silvia Federici, segnala il Foglio. «Questa richiesta di boicottaggio non è solo stupida, è anche ostile. Perché collega la politica d’Israele alla cultura ebraica: una cosa che per gli altri Paesi non accade mai. La cultura ebraica non è criminale», sottolinea al Corriere della Sera la scrittrice israeliana Fania Oz-Salzberger, figlia di Amos Oz.
Il Messaggero, nelle pagine romane, racconta della festa organizzata per salutare, dopo 45 anni di lavoro, Milena Pavoncello, insegnante e poi direttrice delle Scuole Ebraiche di Roma Vittorio Polacco e Angelo Sacerdoti.
Nelle indagini su Equalize sarebbe emerso un contatto tra l’agenzia privata e «agenti israeliani», riporta Repubblica. In cambio della vendita di dati bancari, da Israele sarebbe arrivata la proposta di «un monitoraggio degli attacchi hacker condotti da organizzazioni vicine al governo russo» o del «contrasto del finanziamento alla società russa di mercenari Wagner group».
Nel corso del suo concerto a Milano il cantante Ghali, segnala Libero, ha parlato del conflitto a Gaza, accusando Israele di «genocidio».