DAI GIORNALI DI OGGI – Bokertov 6 novembre 2024
Salvo improbabili sorprese dell’ultima ora, Donald Trump sarà il 47esimo presidente degli Stati Uniti d’America. «Abbiamo fatto la storia», ha dichiarato il tycoon ai suoi sostenitori riuniti a Palm Beach. «L’America non ha mai visto nulla di simile. Abbiamo superato ostacoli che nessuno pensava potessimo superare», ha rivendicato Trump. Nessuna dichiarazione, al momento, da parte dell’avversaria Kamala Harris.
Secondo una rilevazione di NBC News, il 79% dell’elettorato ebraico avrebbe votato per Harris, mentre il 21% per Trump. «Una cosa è certa: con Biden si chiude l’era del presidente più sionista d’America», dice al Foglio Asaf Shariv, l’ex console israeliano a New York. Secondo Shariv, non si può dire che Trump «non sia un amico di Israele, ma è un’amicizia diversa: tutto quello che Biden ha fatto finora lo ha fatto perché ci credeva».
La notizia del giorno, in Israele, è il siluramento del ministro della Difesa Yoav Gallant da parte del premier Benjamin Netanyahu. «Da tempo, suo rivale nel Likud. Da 24 mesi, suo grillo parlante nel governo. Da 396 giorni, suo controcanto nella guerra», scrive il Corriere della Sera. L’opposizione è insorta e migliaia di persone sono scese in piazza per protestare contro la decisione del primo ministro. «La decisione arriva in un momento di alta tensione nella coalizione di Netanyahu soprattutto per la questione della chiamata alla leva degli ultraortodossi», riporta La Stampa. «Solo lunedì Gallant aveva approvato la leva di altri 7.000 haredim nell’esercito». Un altro tema dibattuto nel Paese è quello della “fuga di notizie” di documenti militari riservati, con vari arresti eccellenti nella cerchia del premier. Ieri la polizia ha compiuto una perquisizione nel suo ufficio. Per Avvenire, «ora Netanyahu rischia grosso».
Maurizio Gasparri parla con il Riformista della puntata di Report su Israele: «Ho visto che l’UCEI e l’Ambasciata di Israele hanno protestato. Ho parlato con gli uni e con gli altri, hanno ragione: Ranucci ha usato toni antisemiti. Noi abbiamo Tele Hamas». Nel merito il quotidiano pubblica anche una lettera di protesta inviata ai parlamentari e all’amministratore delegato della Rai da Stefano Parisi, il presidente di Setteottobre.
Il vignettista israeliano Michel Kichka racconta ad Avvenire il suo impegno con l’organizzazione Cartooning for peace. L’artista dice di sognare «passi coraggiosi da parte di israeliani e palestinesi verso la costituzione di due Stati che vivano fianco a fianco in pace» e che i due popoli «possano collaborare nei campi dell’economia, dell’ecologia, dell’istruzione, dell’industria, dell’high-tech».