STORIA – Perché Ciro il Grande fa paura agli ayatollah 25 secoli dopo

Ciro II di Persia (559-530 a.C.), fondatore dell’Impero achemenide, occupa un posto unico nella storia mondiale e in particolare nella tradizione biblica. È l’unico sovrano non ebreo descritto come “messia” (משיח) dalla Bibbia, il suo ruolo fu decisivo per il popolo ebraico, fu lui a permettere il ritorno a Gerusalemme dall’esilio di Babilonia nel 538 a.C., autorizzando la ricostruzione del Tempio. Si tratta di una figura storica che cristallizza oggi le tensioni identitarie in Iran: a partire dalla Rivoluzione islamica del 1979, il regime percepisce le celebrazioni del patrimonio pre-islamico come una minaccia alla sua autorità. Lo spiega lo storico Alireza Manafzadeh: «Il popolo iraniano è alla ricerca della propria identità nazionale in un contesto in cui la Repubblica islamica sta cercando di creare una umma (ossia una “comunità musulmana”) al di là dei propri confini». Se ne parla ora perché, come racconta il portale IranIntl, le autorità di Teheran hanno recentemente bloccato l’accesso a due siti storici, Persepoli e la tomba di Ciro il Grande a Pasargadae, in particolare ai cittadini iraniani, prima della data che commemora l’ingresso pacifico di Ciro a Babilonia. Oltre al dispiegamento di forze di sicurezza sono state installate delle barriere di cemento e limitato l’accesso anche al personale dei siti storici. E mentre i visitatori stranieri sono autorizzati, l’accesso agli iraniani è vietato. C’è ora preoccupazione per i siti Unesco, ma si tratta soprattutto di un’azione che evidenzia la difficoltà della dittatura, in particolare nei confronti della tomba di Ciro, che non è stato solo uno dei più celebri sovrani della Persia, ma è soprattutto simbolo di tolleranza religiosa. Migliaia di iraniani e di appassionati di storia si riuniscono alla tomba di Ciro e a Persepoli ogni anno il 28 ottobre, ma il regime ha sempre più represso le celebrazioni per impedire grandi assembramenti a causa del timore che questi possano degenerare in proteste anti-statali, come è successo nel 2016, un evento catalizzatore che ha contribuito alle più ampie proteste iraniane del 2017-2018. Un cittadino, che ha voluto restare anonimo, ha fornito a Iran International Persian un video che mostra il blocco sulla strada per Persepoli. Il controllo degli accessi ai siti antichi avviene anche in altre date, come il Nowruz, il Capodanno, che affonda le sue radici nelle antiche tradizioni persiane e zoroastriane precedenti all’avvento dell’Islam di circa 1.400-1.500 anni. Lo storico e ricercatore Alireza Manafzadeh ha dichiarato: «La gente in Iran è alla ricerca della propria identità nazionale, in una situazione in cui la Repubblica islamica sta cercando di creare una umma al di fuori dei propri confini, quindi commemorare un giorno simile non è accettabile per il governo». Il Giorno di Ciro il Grande ovvero l’anniversario dell’ingresso pacifico di Ciro a Babilonia, pur non essendo una festività ufficiale aveva ricevuto un sostegno informale dalla dinastia Pahlavi, in particolare quando l’ex scià Mohammad Reza Pahlavi restaurò la tomba di Ciro nel 1971 per commemorare il 2.500 esimo anniversario della fondazione dell’Impero persiano. Il quotidiano Payam-e Ma ha riferito che i funzionari della provincia stanno trascurando le crepe del terreno vicino alla tomba di Ciro, dirottando i fondi verso altri progetti.