DAI GIORNALI DI OGGI – Bokertov 21 novembre 2024
Una tregua tra Hezbollah e Israele potrebbe essere a un passo, scrive Repubblica, raccontando i commenti positivi del mediatore Usa, Amos Hochstein, oggi in Israele per discutere delle trattative. Secondo il quotidiano, «due punti potrebbero far naufragare la maratona negoziale: la possibilità, che Israele rivendica, di fare operazioni militari in Libano quando lo ritenga necessario, anche durante la tregua, e i meccanismi con cui far rispettare l’accordo, soprattutto l’arretramento di Hezbollah a nord del fiume Litani (la bozza non prevede il completo disarmo del gruppo)». I mediatori americani, sottolinea Repubblica, sono convinti che si possa trovare una mediazione.
Ieri il neo segretario generale di Hezbollah, Naim Qassem, in un discorso diffuso in televisione ha minacciato: «Colpiremo il centro di Tel Aviv». Qassem, riporta La Stampa, ha anche parlato della proposta di tregua in discussione con Israele: «Abbiamo negoziato in base a due principi: il primo, un cessate il fuoco completo e totale, e il secondo, la preservazione della sovranità libanese».
Gli Stati Uniti hanno messo il veto sulla bozza di risoluzione del Consiglio di sicurezza Onu in cui si chiedeva «un cessate il fuoco immediato, incondizionato e permanente» nella Striscia e «il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi». Washington ha criticato l’assenza nel testo di una correlazione esplicita tra il cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi (Sole 24 Ore e Giornale).
La Stampa intervista l’ex primo ministro israeliano Ehud Olmert, molto critico nei confronti del governo di Benjamin Netanyahu, che accusa di voler «continuare la guerra a Gaza indefinitamente». A Olmert, che il mese scorso ha incontrato il papa, viene chiesto di commentare le parole del pontefice su Israele e genocidio. «Quanto ha espresso nel libro, penso che rifletta la sua preoccupazione per gli atti che mettono a repentaglio la vita di molte persone innocenti. Il suo pensiero dovrebbe essere accettato così com’è stato detto. Non dobbiamo accusare il papa di nulla che vada oltre questo», sostiene Olmert.
«A qualcuno piacciono gli ebrei nei lager, a me i cuochi in cucina. Silenti», scrive sul Foglio Camillo Langone, commentando il post antisemita di un ristoratore romano, Marco Pucciotti. «Egiziani. Romani. Turchi. Russi. Tedeschi. Non è che tutti avevano torto», ha scritto Pucciotti riferendosi agli ebrei. «Le oscenità anti-Israele del re dei ristoranti», titola Libero.
Guido Vitiello (Foglio) torna sulla frase del ministro degli esteri Antonio Tajani sui razzi di Hezbollah che hanno colpito la base italiana Unifil anziché i bersagli israeliani: «Se è stato un errore, imparino ad utilizzare meglio le armi». Per Vitiello il ragionamento di Tajani assomiglia a questo: «Li hanno picchiati, sì, ma guarda che erano sostenitori di Netanyahu, mica semplici ebrei».
Nel derby di Roma del marzo 2023 intonarono cori antisemiti. Per questo sette tifosi della Lazio finiranno a processo con l’accusa di concorso di propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa. Nel procedimento, riporta il Corriere Roma, compaiono come parti offese la Comunità ebraica di Roma e l’Associazione nazionale partigiani.
«Giornata complicata quella di martedì per il presidente della comunità ebraica Walker Meghnagi», scrive il Corriere Milano. Meghnagi «si è ritrovato grazie alla spregiudicatezza di chi l’aveva proposto a dover supplicare di non mettere ai voti il suo nome per l’Ambrogino d’oro. Cosa puntualmente avvenuta con la richiesta messa a verbale dal capogruppo della Lega, Alessandro Verri, dietro il pressing di Silvia Sardone, artefice dell’operazione». La sua candidatura è stata poi bocciata. A Libero Meghnagi ha commentato: «Mi dispiace che la sinistra non abbia capito che era un’occasione storica dare l’Ambrogino d’Oro al presidente della comunità ebraica milanese, in generale, non per la mia persona».
Il Foglio presenta l’ultimo libro della scrittrice israeliana Shifra Horn Figlie di Gerusalemme (Fazi): «Un affascinante affresco che indaga il legame ontologico tra ebrei e Gerusalemme».