DAI GIORNALI DI OGGI – Bokertov 25 novembre 2024

L’accordo per una tregua in Libano è molto vicino, scrivono Repubblica e La Stampa. Secondo la tv pubblica israeliana il premier del paese, Benjamin Netanyahu, starebbe pensando a come annunciare al pubblico l’intesa. Il cessate il fuoco potrebbe essere siglato questa settimana, riporta Repubblica: «Questione di giorni, forse di ore». Più cauti Stati Uniti e Libano, che parlano di dettagli ancora da risolvere. L’accordo, spiega La Stampa, prevede il ritiro di Hezbollah a nord del fiume Litani, il ritorno a casa di Tsahal e una forza internazionale di interposizione che faccia da garanzia e consenta la piena attuazione della risoluzione 1701 dell’Onu. Dal negoziatore Usa Amos Hochstein sarebbe arrivato un ultimatum a Netanyahu: «O accettate i termini della nostra proposta, oppure rimetterò il mandato di negoziatore».

Sulla situazione in Libano il Corriere intervista il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani. «L’Onu deve essere più coraggiosa, e potenziare la missione Unifil. Per la pace serve un forte cuscinetto che allontani Hezbollah dai territori di Israele, non si può rimanere inerti. Serve un cambio delle regole di ingaggio. E serve subito, il confine va rafforzato» afferma Tajani. Nell’intervista si parla anche dal mandato di arresto della Corte penale internazionale contro Netanyahu e della possibile applicazione da parte dell’Italia. «Non è un problema immediato e reale» dichiara il vicepremier. «Non credo proprio che Netanyahu verrà in Italia o altrove, come non credo che alzare la tensione serva ad ottenere più facilmente la pace. Non si fermerà certo per la decisione della Cpi”. Al Foglio l’avvocato Arsen Ostrovsky definisce il mandato d’arresto «una moderna calunnia antisemita, mascherata da richiesta di giustizia”.

Tre uomini sono stati arrestati negli Emirati Arabi Uniti perché sospettati di essere coinvolti nell’uccisione del rabbino Zvi Kogan, emissario del movimento Chabad. Rapito giovedì scorso, il suo corpo senza vita è stato ritrovato ieri. Per Netanyahu si è trattato di un «atto atroce di antisemitismo. Farò giustizia» (Corriere della Sera). Il Mossad ha annunciato un’indagine approfondita sul caso, soprattutto perché, sin dall’inizio, si è sospettato che dietro ci fosse l’Iran che avrebbe utilizzato una cellula uzbeka per rapire e poi uccidere Kogan, spiega La Stampa. Il quotidiano ricorda anche chi fosse Kogan, 28 anni, cittadino israeliano e moldavo. A Dubai gestiva un ristorante casher e da diversi anni era impegnato a «stabilire ed espandere la vita ebraica negli Emirati». Secondo Fiamma Nirenstein (Giornale) l’uccisione di Kogan rappresenta il tentativo dell’Iran di «minare gli accordi di Abramo”.

Sul Corriere della Sera lo scrittore israeliano Eshkol Nevo, dopo oltre un anno di guerra, indica come pericolo per il suo paese la possibilità di abituarsi «al fatto che la vita è così: corse nei rifugi, partecipazione a funerali e una leadership politica pietosa. E che la vita sarà sempre così. Il pericolo più grande è abituarsi tanto da smettere di credere che potrebbe essere diverso».

«Il vento dell’antisemitismo soffia potentissimo in tutta Europa, in tutto il mondo. È per questo che il nostro impegno deve essere ancora più forte, ancora più chiaro, ancora più visibile». Lo ha detto ieri, la vicepresidente del parlamento europeo Pina Picierno in visita al Memoriale della Shoah di Milano. Picierno è stata accompagnata dalla senatrice a vita Liliana Segre (Corriere Milano).

Secondo Francesco Patton, custode di Terra Santa, «le preoccupazioni del papa per Gaza non sono un atto di antisemitismo, ma un invito a indagare senza pregiudizi, nell’interesse anche di Israele». Patton lo dichiara a La Stampa, che segnala come l’incontro tra il pontefice e una delegazione delle Comunità ebraiche in programma per oggi è stato rimandato ai prossimi giorni.

Nelle cronache locali Messaggero e Repubblica ricordano i 100 anni della scuola ebraica elementare Vittorio Polacco di Roma. L’anniversario è stato celebrato ieri dalla Comunità con un evento a cui hanno partecipato tra gli altri il sindaco Roberto Gualtieri e il presidente della regione Lazio Francesco Rocca.

«Oltre sette milioni di euro in più all’ospedale Israelitico, 7,3 per l’esattezza, al fine di decongestionare il San Camillo. Il protocollo tra la struttura sanitaria della comunità ebraica e l’azienda ospedaliera è stato siglato lo scorso 7 ottobre» riporta Repubblica Roma.