MILANO – Memoriale, oltre 300mila studenti in visita
Il 27 gennaio 2013 apriva le sue porte al pubblico il Memoriale della Shoah di Milano. «Allora uno dei traguardi che ci eravamo posti era arrivare a 100mila visite di studenti», ricorda Roberto Jarach, presidente della Fondazione Memoriale della Shoah. Undici anni dopo, Jarach può dire «con orgoglio di aver superato i 300mila studenti». Soprattutto, aggiunge, «si è creato in questi anni un rapporto consolidato con le istituzioni scolastiche del territorio. Ormai i docenti, i presidi, gli storici riconoscono il valore educativo del Memoriale e lo inseriscono stabilmente nei propri percorsi formativi. Con quest’anno scolastico, ci aspettiamo di superare per la terza volta le 62mila visite di studenti all’anno. È una stabilità che ci conforta e fa ben sperare per il futuro».
Il Memoriale sorge nei sotterranei della Stazione Centrale di Milano. Da qui durante la Shoah, dall’allora binario 21, furono deportati centinaia di ebrei verso Auschwitz. Tra loro, assieme al padre Alberto, c’era la senatrice a vita Liliana Segre, tra le poche a sopravvivere all’orrore. È lei uno dei motivi per cui oggi il Memoriale esiste. «Il fatto che molti studenti lo visitino è un’ottima notizia», commenta. «La scritta “Indifferenza” che ho fortemente voluto fosse all’ingresso viene così scalfita un po’ ogni giorno, ma non credo sarà mai “abbattuta” se a fare da contraltare rimangono forti ignoranza, odio, pregiudizio». Per Segre, visitare i luoghi delle nostre città «che sono testimonianza fisica dell’odio nazifascista e antisemita è un passo importantissimo: dobbiamo però poi proseguire in questo cammino, andando alla radice del linguaggio e pensiero d’odio».
Oltre alle scuole, Jarach pone l’accento sull’importanza di ampliare la partecipazione del pubblico non scolastico. «C’è ancora molto da fare per attrarre visitatori individuali. Purtroppo abbiamo visto una diminuzione in questo ambito, forse a causa del contesto geopolitico. Siamo impegnati per trovare nuove idee e rafforzare il coinvolgimento del pubblico generico».
d.r.