DAI GIORNALI DI OGGI – Bokertov 10 dicembre 2024

Per la prima volta dalla guerra del Kippur del 1973, Israele è rientrata in territorio siriano, e ha schierato le sue truppe sul versante del Golan sotto il controllo di Damasco. Una mossa difensiva, ha precisato il premier israeliano Benjamin Netanyahu. L’incursione è stata criticata da Giordania ed Egitto, ma Washington sostiene la linea di Gerusalemme, sottolinea il Corriere. «È un’azione temporanea che hanno intrapreso in risposta alle azioni dell’esercito siriano per ritirarsi da quell’area. Ora, ciò che vogliamo vedere, in definitiva, è che l’accordo venga pienamente rispettato e staremo a vedere se Israele lo farà», ha dichiarato il portavoce del dipartimento di Stato Usa Matthew Miller.

Israele, spiega Repubblica, non si è limitata a blindare il confine. «Negli ultimi tre giorni, l’aviazione ha compiuto ripetuti raid in territorio siriano per distruggere fabbriche e depositi di armi, incluse quelle chimiche. Attacchi, in particolare quelli contro le armi chimiche e a lungo raggio, che continueranno anche nell’immediato futuro»

Per Netanyahu i colpi inferti da Israele a Hezbollah, stampella su cui si poggiava Assad, hanno aperto la strada a un nuovo Medio Oriente. «Se sarà possibile stabilire relazioni di buon vicinato con le nuove forze emergenti in Siria, questo è il nostro desiderio. Se no, faremo tutto il necessario per difenderci», ha spiegato il premier, rivendicando la sovranità sulle alture del Golan (Giornale).

Il Foglio definisce la nuova leadership dei ribelli siriani come «il nemico da decifrare» per Israele. In particolare Abu Muhammad al Jolani, nome di battaglia che richiama il Golan siriano da cui proveniva il padre. «Nei suoi discorsi passati, al Jolani aveva apertamente dichiarato la sua lotta contro Israele: è un estremista islamico, per lui lo stato ebraico è il nemico per antonomasia. Oggi va parlando di relazioni di buon vicinato e tra i suoi vicini c’è sempre Israele», sottolinea il Foglio. Secondo l’esperto di terrorismo Claudio Bertolotti «al Jolani bluffa con l’Occidente». Intervistato dal Giornale, Bertolotti teme che i jihadisti aprano un nuovo scontro con Israele, riallaccino i rapporti con Hamas e ispirino nuovi attacchi in Europa.

L’Iran, privato dell’alleato Assad, ora prova a compensare accelerando lo sviluppo dell’atomica, riporta il Corriere. «La scelta della disperazione e non il coronamento di un’influenza regionale in ascesa da 25 anni», scrive il politologo Vittorio Emanuele Parsi sul Giornale. Secondo Davide Assael (Domani) la debolezza iraniana potrebbe spingere il premier israeliano Netanyahu a pianificare un colpo, coordinato con le opposizioni interne, per sovvertire il regime di Teheran. Per condurre l’attacco, aggiunge Assael, il premier israeliano dovrebbe però accordarsi con il presidente turco Recep Erdogan, che sta acquistando nuova influenza in Medio Oriente.

Con il crollo del regime siriano si apriranno anche i suoi archivi segreti. E così potrebbe essere chiarito, ad esempio, il ruolo in Siria di alcuni gerarchi nazisti a cui gli Assad diedero protezione. Israele, scrive il Corriere, potrebbe chiedere ai ribelli anche informazioni su Eli Cohen, spia del Mossad impiccata dal regime nel 1964. Da mezzo secolo Gerusalemme cerca di riportarne a casa la salma.

«La scuola ebraica di Torino, da 200 anni laboratorio di dialogo e integrazione» titola nelle sue pagine locali Repubblica, raccontando la festa per l’anniversario della nascita della scuola elementare Colonna e Finzi. Un modo, spiega il presidente dell’associazione ex allievi Giulio Disegni, per «onorare una tradizione educativa, ma anche sottolineare il ruolo cruciale della scuola come luogo di cultura, integrazione e resilienza»

Contrastare le derive d’odio antisemita che si vedono nelle università italiane e la retorica anti-Israele. È l’obiettivo, racconta il Foglio, del movimento “Studenti per Israele”. Il quotidiano intervista a riguardo Fausto Recupero, studente di Economia dell’Università di Firenze, tra i coordinatori del movimento.

Claudio Magris sul Corriere presenta la traduzione in italiano di Il cuore dell’Europa (Ibis), scritto nel 1918 da Stefan Zweig. L’autore, spiega Magris, affronta la fine della Prima guerra mondiale