DAI GIORNALI DI OGGI – Bokertov 13 dicembre 2024
Le “concessioni” di Hamas nel negoziato per la liberazione degli ostaggi potrebbero rappresentare una svolta nella trattativa per la loro liberazione. «Non è detto che il gruppo sia pronto ad accordarsi, tante volte ha alimentato speranze false», sottolinea al riguardo il Foglio. «Ma se ora abbandona alcune posizioni inaccettabili è perché Israele non ha ceduto alla tirannia delle sue richieste, ha dato la caccia ai suoi leader più in vista ovunque si trovassero, ha eliminato Hezbollah in Libano». Come ricorda il Corriere della Sera, finora «tutti i tentativi» di raggiungere un accordo per riportare a casa gli ostaggi, legati a una tregua nel conflitto, sono falliti. Nonostante la guerra e l’incertezza del periodo, l’economia israeliana sta comunque ricominciando a “correre”. Lo segnala Libero, citando l’ultima classifica stilata dal Financial Times sulla base dei dati Osce e del Fondo Monetario internazionale. Nella graduatoria, Israele è al settimo posto tra le «economie più performanti».
Occhi puntati sulla Siria. L’organizzazione internazionale per le armi chimiche ha convocato ieri una riunione di emergenza, la prima dal 2018. Nell’occasione, riferisce Repubblica, ha lanciato l’allarme «su possibili rischi di contaminazione se i bombardamenti di Israele colpissero depositi e siti di produzione, mentre il G7 e gli Stati Uniti chiedono ai ribelli di mettere in sicurezza, dichiarare e distruggere quel che resta dell’arsenale di Assad».
«Sembra quasi che i cristiani si vergognino delle loro origini ebraiche», scrive Lucetta Scaraffia sul Foglio. Per l’intellettuale cattolica due sono i casi eclatanti da considerare: il Gesù avvolto nella kefiah del presepe in Vaticano e le contestazioni mosse in alcuni ambienti perché il ruolo di Maria, in una serie Netflix, è interpretato da un’attrice ebrea. «Il nuovo rifiuto di Israele da parte dell’Occidente è anche un rifiuto di sé», dichiara all’Unità, Massimo De Angelis, esponente dell’amicizia ebraico-cristiana e autore di un libro sul tema.
Il Foglio racconta di alcune «ong impazzite». Viene menzionata tra le altre Reporter senza frontiere, nella cui classifica sulla libertà di stampa si scopre che Israele «è meno libero di Serbia, Senegal, Zambia, Haiti e che è ben venti posizioni indietro al Qatar, dove un giornalista finisce in galera se critica la famiglia dell’emiro al Thani».
A Roma si è svolto ieri un presidio contro la presentazione del libro autobiografico del dittatore iraniano Ali Khamenei a cura di un’organizzazione islamista. Ad animare il presidio, riporta il Riformista, c’erano l’associazione Setteottobre, il Museo della Brigata ebraica di Milano e la Federazione delle associazioni Italia-Israele.