SHIRIM – Sotto forma di cinghiale (Paul Celan)

Sotto forma di cinghiale
scalpita il tuo sogno per i boschi al margine della sera.
D’un bianco abbagliante,
come il ghiaccio dal quale irruppe,
sono le sue zanne.
Una noce amara
scava (col grugno) da sotto il fogliame
che la sua ombra strappò agli alberi,
una noce,
nera come il cuore che il tuo piede spinse innanzi a sé,
quando tu stesso incedesti qui.
La infilza
ed empie il bosco di destino grugnente,
poi qualcosa lo spinge
giù verso la costa,
là dove il mare
la più oscura dà delle sue feste
sulle scogliere:
forse
che un frutto come il suo
incanta l’occhio festante
che tali pietre ha pianto.

Proponiamo per Shirim questi versi di Paul Celan (1920-1970) nella traduzione in italiano a cura di Moshe Kahn.
Protagonista del poema è il sogno che assume nel testo le sembianze d’un animale selvatico.
Il poeta ne descrive l’andare come di una forma separata da sé, partorita in un luogo altro.
Scintillante se ne va per i boschi ai margini della sera, indomito, carico d’una forza ancestrale in grado di svellere, strappare nutrimento alla terra buia, sussurrante d’ignoti spiriti.
Si nutre, ma, non pago, non può a lungo sostare, che qualcosa dal bosco lo spinge al mare, a scagliarsi furioso per le viride onde e la costa, rigettando infine la linfa, la pietra arcana che gli diede la vita.
E par di vederlo, questo sogno ruggente, correre pazzo tra le azzurre foreste, precipitando, vivo d’una fame che sola lo spinge innanzi, e andare a schiantarsi, fatale, nell’abisso.

Shirim è a cura di Mariateresa Amabile, poetessa e docente di Diritti Antichi all’Università di Salerno