DAI GIORNALI DI OGGI – Bokertov 17 dicembre 2024
«Sulle prospettive per il Medio Oriente sono prudentemente ottimista. Sulle relazioni tra Israele e Italia assolutamente ottimista». A dirlo al Corriere della Sera è Jonathan Peled, il neo ambasciatore dello Stato ebraico a Roma.
Per il diplomatico, «dobbiamo riportare le relazioni tra Israele e Italia a prima delle stragi compiute da Hamas il 7 ottobre 2023, mentre si era concentrati su nuove tecnologie, spazio, energia, acqua». E quindi è necessario a tal fine «riprendere un forte flusso di scambi accademici, commerciali, tecnologici, politici». Riguardo ai vari fronti del conflitto, Peled osserva: «Stiamo combattendo una guerra asimmetrica. Nessuna altra democrazia viene aggredita ai suoi confini da soggetti non statali, come Hamas e Hezbollah, che possono nascondersi tra la popolazione, non rispettare nostri valori, norme, prigionieri e civili né obblighi di moderazione o della Convenzione di Ginevra». L’Italia può avere un ruolo regionale, rileva l’ambasciatore, «sia come parte di Unifil, sia come membro di un comitato di coordinamento, sia nello sviluppo delle forze armate libanesi».
C’è attesa per una possibile svolta nel negoziato per la liberazione degli ostaggi prigionieri di Hamas a Gaza. «Non è mai stato così vicino», ha affermato il ministro israeliano della Difesa Israel Katz, intervenendo alla Knesset. Pure esponenti di Hamas hanno rilasciato dichiarazioni dello stesso tenore. Vari giornali italiani ne parlano. Secondo Repubblica, «una convergenza così non si vedeva dal novembre di un anno fa, al tempo del primo (e unico) rilascio di un gruppo tra i 251 rapiti durante l’assalto terroristico del 7 ottobre».
Il Foglio presenta il Viaggio in Israele di Isaac Bashevis Singer, pubblicato in Italia da Giuntina. Nel suo diario, lo scrittore e futuro Premio Nobel si rivolge ai lettori del quotidiano yiddish Forverts «come se facesse lunghe telefonate a ciascuno, telefonate in cui un po’ racconta e un po’ commenta, divaga e si interroga, fa affermazioni da guida turistica e da filosofo». È la luce, si legge, «che Singer racconta continuamente» nelle sue corrispondenze dallo Stato ebraico. È alla luce «che non riesce a resistere, come se tutto fosse circonfuso da Qualcosa».
Nello spazio Buone Notizie il Corriere della Sera descrive l’attività dell’ospedale pediatrico Alyn di Gerusalemme, definendolo «un esempio di convivenza nel nome della speranza». Uno degli aspetti che contraddistingue l’Alyn, riporta il Corriere, «è la ricerca tecnologica applicata: e infatti qui ogni giorno si sviluppano terapie, protesi, strumenti per la mobilità che possano migliorare la vita di tanti giovani, non solo in Israele».
Repubblica anticipa un brano da Spera, l’autobiografia del papa in uscita il 14 gennaio (in Italia con Mondadori). Nel brano scelto Francesco racconta la sua infanzia nel barrio Flores, sostenendo: «Abbiamo sempre avuto ottimi rapporti con gli ebrei, che a Flores chiamavamo “i Russi”, perché in tanti venivano dalla zona di Odessa dove viveva una numerosissima comunità ebraica, che nella Seconda guerra mondiale sarebbe stata colpita da un immane massacro da parte delle forze di occupazione rumene e naziste».
Libero si sofferma sull’indagine sui dirigenti e sui professionisti delle comunità ebraiche europee a cura del Centro internazionale per lo sviluppo comunitario (JDC-ICCD), presentato nel corso dell’ultimo Consiglio Ucei. Nell’Italia ebraica, viene raccontato, «aumenta il timore per attentati terroristici e isolamento sociale, ma si registra anche un’importante resilienza».