ISRAELE – Accordo su Gaza, svolta possibile

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu starebbe valutando l’opportunità di un viaggio al Cairo per i colloqui sul cessate il fuoco a Gaza. Lo segnalano i quotidiani israeliani e internazionali, riportando di una possibile svolta nelle trattative tra Israele e Hamas. L’accordo da settimane viene definito vicino e presto potrebbe concretizzarsi.
A sbloccare le trattative, la decisione di Hamas, confermata oggi dal Washington Post, di rinunciare alla richiesta di un ritiro completo dell’esercito israeliano da Gaza e alla cessazione della guerra.
La proposta di intesa prevede una tregua di 60 giorni e uno scambio di ostaggi israeliani con prigionieri palestinesi. Fonti vicine al governo israeliano, citate dal emittente Kan 11, hanno riportato progressi significativi nei negoziati, confermando che l’obiettivo è concludere l’accordo entro dicembre.
Nonostante i passi avanti, le fonti di Kan 11 segnalano che Hamas sta incontrando difficoltà nel localizzare tutti gli ostaggi che dovrebbero essere rilasciati nell’ambito dell’accordo umanitario. Inoltre, Hamas insiste affinché il numero di ostaggi rilasciati sia inferiore rispetto a quello richiesto da Israele, creando un ulteriore ostacolo alle trattative, spiega l’emittente israeliana. Al momento sono 100 gli ostaggi in mano ai terroristi, di cui almeno 34 non sono più in vita secondo le autorità di Gerusalemme.
Anche il ministro della Difesa Yisrael Katz ha confermato ieri, durante una riunione alla Knesset, che il governo è vicino a raggiungere un’intesa. «Otterremo una maggioranza schiacciante per l’accordo attualmente sul tavolo», ha aggiunto il ministro, inviando un messaggio a eventuali contestatori interni. In particolare, al ministro della Pubblica sicurezza Itamar Ben Gvir che si è già chiamato fuori dal sostegno a un accordo.
Intanto a Gerusalemme sono state accolte positivamente le parole della presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Nel corso di un audizione alla Camera la premier ha affermato che il riconoscimento dello stato palestinese, richiesto dalle opposizioni, «non giova all’ottenimento dell’obiettivo dei due popoli e due Stati». Chi ha riconosciuto lo stato palestinese, tra cui di recente Spagna, Irlanda e Norvegia, ha compiuto «accelerazioni non finalizzate al concreto obiettivo. Il riconoscimento di uno Stato che oggi non esiste è uno specchietto per allodole», ha dichiarato Meloni.