DAI GIORNALI DI OGGI – Bokertov 19 dicembre 2024
«Prove di accordo anti Hamas con Israele», scrive il Foglio, riferendosi all’intenso negoziato diplomatico di questi giorni con al centro tra gli altri l’Arabia Saudita. Riad vuole mostrare di non abbandonare la causa palestinese, ma allo stesso tempo «è molto interessata alla normalizzazione dei rapporti con Israele». E quindi, viene raccontato, per siglare l’accordo potrebbe accontentarsi di un impegno israeliano per un «percorso verso lo stato palestinese» senza bisogno di «un riconoscimento esplicito» dello stesso. Secondo il Sole 24 Ore, non è un dettaglio il fatto che Riad sia intenzionata «a partecipare a quello che si preannuncia un business colossale: la ricostruzione di Gaza».
Sui morti di Gaza è in atto una «guerra delle cifre», titola il Corriere della Sera. Lo spunto dell’articolo è la recente indagine del centro studi britannico HJS in cui si ridimensionano numero e causa delle vittime. Il rapporto, si legge, «sta facendo molto rumore fra analisti, commentatori, giornalisti, soprattutto in Israele». La diffusione del rapporto, viene aggiunto, «riapre il contrasto sull’affidabilità delle cifre di morti e feriti fornite quotidianamente dal ministero della Sanità di Gaza, controllato da Hamas».
In una intervista con La Stampa, Gilles Kepel passa al vaglio le prime mosse del leader dei ribelli siriani Muhammad Al Joulani. Secondo il politologo francese, «Al Joulani è realista, capisce che Damasco val bene un sermone e sa che non c’è futuro per il jihadismo rivoluzionario» e quindi «deve dimostrare di avere sufficienti dosi di pragmatismo per convertire il suo passato combattente in un islamismo modello Fratellanza musulmana, la via sunnita tra Turchia e Qatar». Israele ha intanto rafforzato la sua presenza nel Golan e a detta di Kepel per il momento resterà nell’area, perché ne ha bisogno «anche per negoziare con la Turchia: per questo ha distrutto le capacità offensive della Siria con il maggior bombardamento della sua storia». Il prossimo obiettivo, in ragione della sua apparente debolezza, «può essere Teheran».
Il Giornale propone un reportage da Sweida, 120mila abitanti, roccaforte drusa nel Sud della Siria «dove non comanda il gruppo con pedigree jihadista che ha conquistato Damasco». Su Israele, i drusi siriani «hanno idee ben diverse rispetto ai nuovi conquistatori». Tra gli altri un combattente di nome Ziad afferma: «Il vecchio regime ha messo in testa a tutta la popolazione siriana che Israele è il nemico. Non è così. Ci sono molti drusi in Israele che sono nostri fratelli e nonni».
Il Foglio intervista Carlo Masci, sindaco di Pescara, «l’unico sindaco italiano, quasi una mosca bianca, ad aver firmato l’appello delle principali associazioni ebraiche europee per il contrasto all’antisemitismo» rivolto dalle stesse ai vertici della Ue. «L’ho fatto senza remore», afferma Masci, parlando al riguardo di «situazione preoccupante». Il Foglio punta l’obiettivo anche sul mondo delle università. In particolare sui fermenti antisionisti della Columbia, che «ora sembra l’università di Hamas».