LA POLEMICA – Emanuele Calò: Il requisito che mancava
Apprendo che Jean-François Champollion (1790-1832), che aveva un nonno, Barthélemy, incapace perfino di vergare la propria firma, scriverà: «Ci sono riuscito» dopo essere comparso nell’ufficio di suo fratello il 14 settembre 1822. Leggo che, con un fascio di carte in mano, annunciò di aver appena trovato la chiave dei geroglifici, prima di crollare per la stanchezza (A. Rochas, Cenni biografici e letterari su Champollion, Parigi, 1856).
Un bel salto, per la famiglia, dall’analfabetismo al capolavoro di decifrare i geroglifici egizi, a partire dalla Stele di Rosetta.
Non è tutto roba del passato. Sì, sono un passatista, e come tale condannato virtualmente da Marinetti alle fiamme eterne, potrei tutt’al più accusarlo di storicismo, visto che i defunti non possono tecnicamente vendicarsi.
Invece, il geniale decifratore Champollion , che oggi giorno avrebbe fatto ricorso all’Intelligenza artificiale, sarebbe tornato utilissimo e prezioso ancora oggi, per aiutare gli autori a capire ciò che scrivono. Ho tentato invano di spiegare a un autore – gentilissimo – quello che egli stesso aveva scritto. Delle due l’una, o non sono molto capace oppure il mio interlocutore è digiuno del sapere di uno dei nostri maggiori filologi, Antonino Frassica (detto Nino) laddove aveva sentenziato: «Non so se mi rendo conto di quel che sto dicendo».
Tutto questo sproloquio per scansare la mia timidezza, onde riuscire a dirvi che parecchi testi, soprattutto destinati alle scuole, trovano giri di frase per asserire che Israele è uno stato carente di legittimità. Come lo fanno? Spesso, lo fanno tirando in ballo l’inesistente requisito del consenso della controparte per dichiarare l’indipendenza. Avranno mai disputato il diritto all’esistenza dello Stato ebraico ricorrendo ai geroglifici? Forse sì, perché finora non ho letto alcun testo che decifrasse tale mesta asserzione. Se non fosse blasfemo, pagano e perfino diabolico, ci vorrebbe un medium che riuscisse a riportare Champollion nel regno dei vivi per spiegare a qualche autore quello che ha scritto. A conferma che non vi è nulla di più difficile da capire delle cose palesi.
Emanuele Calò