DAI GIORNALI DI OGGI – Bokertov 27 dicembre 2024

L’aeronautica israeliana ha colpito varie postazioni strategiche dei terroristi Houthi, partendo dall’aeroporto internazionale di Sana’a. «È la risposta di Israele ai continui missili balistici e ai droni lanciati dal gruppo armato sciita del nord dello Yemen», riporta il Corriere della Sera, segnalando come nel mirino dell’aviazione di Gerusalemme siano finite anche le centrali elettriche di Hezyaz e Ras Kanatib e le infrastrutture nei porti di Hodeida, Salif e Ras Kanatib, lungo la costa occidentale del paese. Per l’ambasciatore Stefano Stefanini (La Stampa), «in questo momento, Israele è vincitore militare indiscusso nella regione», perché «ha messo alle corde Hezbollah in Libano» e «complice il rovesciamento di Bashar Assad in Siria da parte dei ribelli di Hayat Tahrir al-Sham, il cordone ombelicale con Teheran è troncato». Senza più attacchi dal confine Nord, sostiene Stefanini, lo Stato ebraico «non vuole certo consentire ai lontani Houthi di sostituirvisi dal Golfo». Da qui l’azione delle scorse ore. L’attacco israeliano è stato condannato dallo sponsor principale degli Houthi, la Repubblica islamica dell’Iran, «che guida un Asse della resistenza invero ammaccato» (Il Foglio).

L’ex ostaggio Margalit Moses, 78 anni, descrive al Corriere della Sera i suoi 49 giorni da prigioniera nei tunnel di Hamas a Gaza. «Si sentiva la terra tremare e dei boati lontani. Mentre succedeva pensavo sempre: qui sotto sono al sicuro», racconta la donna. «In questi mesi di guerra ci ho pensato tante volte: se portassero laggiù tutti i civili non ci sarebbero vittime innocenti». Moses viveva nel kibbutz Nir Oz, situato a pochi chilometri dalla Striscia. Spiega al Corriere di tornarci spesso, per fare da guida «a chi vuole vedere che cose orribili hanno fatto i terroristi» e cosa resta del kibbutz.

Repubblica intervista Irene Fortin, coordinatrice del team infermieristico di Medici senza Frontiere al Nasser Hospital di Gaza. «Le condizioni in cui la gente vive a Gaza sono terribili», afferma Fortin. «La maggior parte delle persone abita in tende fatte di teli di plastica e vecchie coperte. Strutture che non sono assolutamente sufficienti a isolare dal freddo e dal vento di dicembre». Fortin dichiara di aver visto «parecchi casi di ipotermia».

Il direttore d’orchestra israeliano Omer Meir Wellber concede un’intervista al Giornale, al termine del suo mandato da direttore musicale del Teatro Massimo di Palermo. «Come è cambiata la sua vita professionale dal 7 ottobre 2023?», viene chiesto al musicista. «Mi sento cambiato a livello psicologico. Giorni fa, a Tolosa, prima di salire sul podio mi ha assalito il timore che qualcuno mi urlasse qualcosa. È risaputo che sono contro Netanyahu, ma oggi non conta cosa uno pensa ma da dove viene».

Alta tensione tra Israele e Santa Sede. Libero parla di relazioni diplomatiche «ai minimi storici» tra i due Stati. Dopo le recenti iniziative e parole del papa su Gaza, il nunzio apostolico a Gerusalemme è stato “invitato” al ministero degli Esteri israeliano per un «colloquio chiarificatore». Alcuni quotidiani, tra cui il Messaggero, riportano la posizione della presidente Ucei Noemi Di Segni: «Il dialogo presuppone l’uso delle parole, attinte ai dizionari di guerre, di storia e di diritto internazionale, con senso di consapevolezza e responsabilità per il loro significato puntuale».