DAI SITI WEB DEI GIORNALI (Bokertov)

«Nella notte di Natale si è diffusa la notizia che a Gaza una bambina di pochi giorni è morta assiderata. Nella stessa notte di Natale feroci bombardamenti russi hanno colpito le centrali di energia delle città dell’Ucraina per costringere quella popolazione civile al buio e al gelo. Gli innocenti rapiti da Hamas, e tuttora ostaggi, vivono un secondo inizio di anno in condizioni disumane…».
Così il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nelle battute iniziali del suo discorso di fine anno. Secondo il capo dello Stato, «mai come adesso la pace grida la sua urgenza» e pace «non significa sottomettersi alla prepotenza di chi aggredisce gli altri paesi con le armi, ma la pace del rispetto dei diritti umani, la pace del diritto di ogni popolo alla libertà e alla dignità». Nella prima parte del suo intervento, Mattarella ha anche espresso «l’angoscia di tutti per la detenzione di Cecilia Sala», la giornalista italiana prigioniera da due settimane del regime degli ayatollah in Iran.

Come rileva il Corriere della Sera analizzando temi e contenuti, «Italia, ripetuto 9 volte, è la parola più presente nel discorso del presidente, seguita da pace, una ricorsività – l’anno scorso era questa la parola più citata, ben 11 volte – che contraddistingue il periodo di guerra che il mondo sta tuttora vivendo».
Le parole di Mattarella «mettono tutti d’accordo», titola Repubblica, segnalando i plausi bipartisan arrivati al Quirinale. Un «gran discorso», l’apprezzamento tra gli altri del Foglio, perché «non si può parlare dei morti di Gaza senza parlare degli ostaggi di Hamas» e «non si può parlare della guerra in Ucraina senza ricordare chi è l’aggredito e l’aggressore».

Nel Parlamento israeliano il bilancio è passato per un solo voto a favore. Per partecipare al voto e scongiurare una crisi per l’opposizione del ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben-Gvir, il premier Benjamin Netanyahu ha lasciato per qualche ora l’ospedale Hadassah di Gerusalemme. Ciò è avvenuto, spiega Repubblica, «meno di due giorni dopo essersi sottoposto all’intervento chirurgico alla prostata».

Nei primi minuti del 2025 due razzi sono stati lanciati da Gaza verso il territorio di Israele. Uno è stato intercettato, mentre l’altro è caduto in un’area aperta. Lo riporta il Corriere della Sera, citando fonti dell’esercito israeliano. Le sirene «hanno suonato intorno a mezzanotte».