DAI GIORNALI DI OGGI – Bokertov 9 gennaio 2025

La liberazione ieri della giornalista Cecilia Sala, dopo settimane di prigionia in Iran, è al centro delle analisi dei quotidiani italiani. «È possibile che la decisione iraniana di liberare Sala sia il frutto di una discussione politica interna al regime, gravemente indebolito dalla clamorosa sconfitta subita degli Hezbollah in Libano e dalla dura lezione militare che gli è stata impartita da Israele», scrive Antonio Polito sul Corriere della Sera. «Avrà avuto un peso la decisione di mantenere buone relazioni con l’Italia, nazione tradizionalmente aperta al dialogo in Medio Oriente», prosegue Polito. «Specialmente ora che Roma sembra poter esercitare una qualche influenza sul nuovo inquilino della Casa Bianca»

Sul futuro del regime di Teheran La Stampa intervista la Premio Nobel iraniana in esilio Shirin Ebadi. Secondo Ebadi «tutti gli indizi ci dicono che l’Iran è prossimo a un grande cambiamento politico. Il fallimento dell’attuale leadership è evidente: il paese è isolato, l’economia va malissimo anche perché gli investimenti hanno finanziato i gruppi paramilitari invece delle infrastrutture e la società, la sicurezza è una leggenda che Israele ha umiliato a più riprese, le violazioni si moltiplicano dai diritti all’ambiente. Gli iraniani sono esausti. Arriverà un cambiamento e sarà enorme».

L’esercito israeliano ha recuperato in un tunnel a Gaza i corpi senza vita di Youssef Ziyadne, 53 anni, e di suo figlio Hamza, 22, rapiti nel sud di Israele il 7 ottobre del 2023, e finora ritenuti ancora in vita, riportano Corriere e Giornale. Su Hamza l’esercito non ha ancora confermato il recupero della salma. «Il nostro cuore è spezzato. Speravamo che tornassero vivi tra le braccia della famiglia, ma purtroppo sono tornati senza vita» ha affermato uno dei parenti. Per il Messaggero «la notizia della macabra scoperta è un nuovo campanello d’allarme per Israele sulle vere condizioni degli ultimi ostaggi rimasti nelle mani» dei terroristi palestinesi.

Le trattative per una tregua a Gaza in cambio del rilascio di una parte degli ostaggi proseguono. Ieri il segretario di Stato americano, Antony Blinken, ha sostenuto che l’accordo è molto vicino. Da Gerusalemme, riporta il Giornale, emerge meno ottimismo. Per Giuliano Ferrara (Foglio), che cita come esempio il caso Sala, ora è il momento per aumentare la pressione internazionale e ottenere la liberazione degli ostaggi.

«Mi chiamo Anas Muhammad Faiz al Sharif e lavoro all’ospedale Kamal Adwan come supervisore delle pulizie. Sono entrato nelle Forze Nukhba. Hamas usa l’ospedale Kamal Adwan perché sa che l’esercito israeliano non può colpirlo». È la testimonianza di un terrorista di Hamas durante un interrogatorio israeliano, ripresa oggi dal Foglio. Il quotidiano denuncia il silenzio internazionale sulle prove di come il gruppo terroristico palestinesi usi gli ospedali come basi militari. «Non c’è stata protesta sulle strutture mediche trasformate in fronti di guerra», sottolinea il Foglio.

«Se le accuse a Israele nascondono ancora una matrice antisemita», è il titolo della riflessione su Domani di Davide Assael a partire da un report dell’Isgap del novembre 2024 in cui viene criticato il ricorso del Sudafrica alla Corte di giustizia internazionale e smontata «l’idea che il Sud globale sia la nuova sede degli ideali liberali teorizzati dall’Occidente». A scorrere la lista dei membri del team legale sudafricano e dei suoi consulenti, sottolinea Assael, «si nota una ben nota convergenza fra esponenti della galassia jihadista, salafita e della Fratellanza musulmana con sigle palestinesi anti-israeliane di matrice marxista-leninista». L’indagine dell’Isgap si focalizza sulla strumentalizzazione del diritto internazionale per promuovere una propaganda antisionista e stereotipi antisemiti.

Il Comitato Guerra e Pace dell’Università Ca’ Foscari, formato da docenti e studenti, presenterà il report su Gaza di Amnesty intitolato “Il genocidio di Israele contro la popolazione palestinese a Gaza”. Il no dell’Ateneo Veneto era arrivato dopo la contestazione della Comunità ebraica veneziana, riporta il Corriere del Veneto. Il presidente della Comunità Dario Calimani, aggiunge il quotidiano, «non ha mai chiesto che non venisse svolto l’incontro, ma ha voluto fare delle precisazioni sul termine genocidio e sulla posizione faziosa che per lui ha Amnesty».

«Alla prossima giornata della Memoria manca poco, ma già quella dello scorso anno fu turbata dai Propal al punto di impedire agli ebrei di sviluppare, per ragioni di sicurezza, le loro commemorazioni. Vigileremo», scrive sul Riformista Giuliano Cazzola in riferimento al 27 gennaio, Giorno della Memoria in cui l’Europa ricorda la liberazione di Auschwitz.

A maggio Genova tornerà alle urne per scegliere il suo nuovo sindaco, dopo l’elezione di Marco Bucci a presidente della Regione Liguria. Per il centrodestra il più probabile candidato è l’attuale vicesindaco Pietro Piciocchi, per il centrosinistra Repubblica e Libero indicano come nome possibile Filippo Biolé, avvocato e vicepresidente della sezione genovese dell’Aned. Tra chi sostiene la candidatura di Biolé in una lista civica, riporta Repubblica, c’è la presidente della Comunità ebraica di Genova, Raffaella Petraroli Luzzati.

Nancy Brilli debutterà al Teatro dei Rinnovati di Siena con L’ebreo di Gianni Clementi, una black comedy ambientata durante l’entrata in vigore delle leggi razziali del 1938. La trama ruota attorno a Immacolata (Brilli) e Marcello Consalvi (Fabio Bussotti), una coppia che “eredita” beni intestati a loro da un ebreo per proteggerli dagli espropri. Quando il legittimo proprietario torna dalla deportazione, reclamando ciò che gli appartiene, Immacolata, racconta Brilli, «non intende assolutamente rinunciare ai privilegi economici e sociali cui si è abituata e progetta addirittura di farlo uccidere».