ISRAELE – Identificato secondo ostaggio ritrovato. Biden: Hamas contro intesa

Dopo il ritrovamento della salma del padre, non c’erano molte speranze di ritrovare vivo Hamzah al-Zayadni, 23 anni, tenuto in ostaggio da Hamas per oltre un anno insieme al genitore, Yousef. Nelle scorse ore è arrivata da Tsahal la conferma della morte del giovane. I suoi funerali sono stati celebrati immediatamente. Hamzah è stato sepolto in un cimitero a Rahat, nel sud di Israele, accanto al padre. Le loro salme, recuperate in un tunnel a Gaza dall’esercito israeliano, sono state trasferite per la sepoltura. Yousef è stato identificato subito, mentre per Hamzah sono stati necessari ulteriori accertamenti forensi.
«Abbiamo sperato e pregato, ma ora abbiamo ricevuto entrambi i corpi. Padre e figlio sono sepolti uno accanto all’altro. Tutti i rapiti devono essere riportati a casa perché non vogliamo che tornino come Yousef e Hamza», ha dichiarato un parente della famiglia al-Zayadni ai media israeliani.
Al funerale di Hamzah ha partecipato anche il ministro degli Interni, Moshe Arbel, che ha espresso il cordoglio del governo: «Questa doppia tragedia sottolinea l’urgenza di lavorare instancabilmente per riportare tutti gli ostaggi alle loro famiglie. È una missione prioritaria, e non ci fermeremo finché i nostri 98 figli e figlie rapiti non saranno tornati».
Le famiglie degli ostaggi chiedono un’azione immediata. «Hamza e Yousef hanno sopportato l’inferno della prigionia a Gaza; potevano essere salvati con un accordo più tempestivo», ha dichiarato il Forum delle famiglie degli ostaggi. Rivolgendosi al primo ministro Benjamin Netanyahu, il Forum ha chiesto di accelerare le negoziazioni per un’intesa con Gaza: «Abbiamo un’opportunità storica e non possiamo perderla. Avete il mandato del popolo: riportateli a casa.»

Il digiuno del 10 di Tevet
Nel frattempo, i nomi dei 98 ostaggi ancora prigionieri sono stati letti uno a uno davanti alla Porta di Giaffa, a Gerusalemme, durante una manifestazione organizzata dai loro cari. L’evento si è ispirato al digiuno del 10 di Tevet, celebrato quest’anno il 10 gennaio nel mondo ebraico, una giornata di lutto che commemora l’inizio dell’assedio che portò alla distruzione del Primo Tempio di Gerusalemme. Roy Baruch, il cui fratello Uriel fu rapito e ucciso a Gaza, ha sottolineato il significato simbolico della ricorrenza, ricordando come essa inviti a riflettere sulle divisioni interne che furono tra le cause della tragedia storica, e sull’importanza dell’unità in momenti di crisi. «Questo giorno di digiuno ci ricorda una lezione importante. Dobbiamo lottare insieme per riportare a casa gli ostaggi».
Da settimane si parla di progressi nelle trattative tra Israele e Hamas per un accordo su Gaza e sul rilascio di una parte delle persone sequestrate 15 mesi fa. Anche il presidente Usa Joe Biden nelle scorse 24 ore ha confermato i passi avanti, sottolineando come l’intesa non sia ancora arrivata a causa di Hamas.