ISRAELE – Occhi sul caso Arbel dopo la liberazione delle quattro soldate

La gioia per il ritorno a casa di altri quattro ostaggi, quattro giovani soldate, e la frustrazione per non aver ricevuto una lista dettagliata sulle condizioni degli altri 26 ostaggi la cui liberazione è prevista in questa prima fase della tregua con Hamas. Sabato Karina Ariev, Daniella Gilboa, Naama Levy e Liri Albag, tutte di età compresa fra i 19 e i 20 anni, hanno riabbracciato i propri famigliari dopo 15 mesi di sequestro. La loro prigionia si è conclusa con una grottesca messinscena per strada a Gaza City: le quattro ragazze sono state filmate mentre da un podio addobbato con slogan antisionisti salutavano sorridenti i loro carcerieri.

Rientrate in Israele dove sono state accolto con un messaggio commosso da parte del capo dello Stato Isaac Herzog, le quattro giovani hanno rivelato di essere state tenute spesso insieme a Gaza fra tunnel e appartamenti privati in scarse condizioni igieniche e con poco cibo a disposizione. Il loro sequestro era stato filmato dai terroristi di Hamas durante l’attacco alla base militare di Nahal Oz da dove le avevano prelevate dopo aver ucciso 60 militari. In cambio della liberazione delle quattro soldate, Israele ha scarcerato 200 detenuti palestinesi, molti dei quali già colpiti da sentenze plurime di ergastolo per fatti di sangue.
Il governo israeliano ha però lamentato la violazione dell’intesa da parte di Hamas che non ha fornito le informazioni attese sui nomi dei restanti 26 ostaggi e sulle loro condizioni. Prima ancora di liberare le quattro militari, il gruppo terrorista avrebbe dovuto restituire la civile 29enne Arbel Yehud. Le Israel Defense Forces, che controllano il corridoio di Netzarim che divide Gaza in due, hanno reso noto che gli sfollati palestinesi intenzionati ad attraversare il corridoio per tornare a Gaza Nord non potranno farlo fino alla liberazione di Arbel.

(nell’immagine in alto Liri Albag riabbraccia i genitori)