BOLOGNA – Quattro pietre d’inciampo per la famiglia Weisz
Dallo scudetto ad Auschwitz. È il tragico itinerario di Arpad Weisz, uno degli allenatori di calcio più vincenti della storia, tre titoli nazionali tra Bologna e Inter.
Vincente come pochi ma dimenticato per decenni, anche dai tifosi di pallone, fin quando in anni recenti il giornalista Matteo Marani si è messo sulle sue tracce e ne ha documentato la vicenda in un libro diventato una pietra miliare di memoria consapevole applicata allo sport: Dallo scudetto ad Auschwitz, per l’appunto.
Da stamane quattro pietre d’inciampo ricordano a Bologna, davanti alla casa in cui abitarono, il mister d’origine ungherese venuto in Italia prima a giocare e poi a insegnare tattica, la moglie Ilona e i figli Robert e Klara, tutti assassinati nel famigerato campo di sterminio. «Commemoriamo una delle persone tra le più vincenti della storia del Bologna e tra i più grandi allenatori e innovatori», ha dichiarato l’amministratore delegato della squadra felsinea Claudio Fenucci alla cerimonia. «Fu vittima della tragedia come tantissimi ebrei e abbiamo l’obbligo di lavorare, non solo nel Giorno della Memoria, per abbattere qualunque muro ed evitare nuove tragedie».