MEMORIA – La cerimonia ad Auschwitz, a 80 anni dalla liberazione

Un grande tendone davanti ai cancelli del campo di concentramento di Auschwitz II-Birkenau, il secondo campo costruito dai nazisti a partire dal settembre del 1941. Qui si celebra in queste ore la commemorazione ufficiale dell’ottantesimo anniversario della liberazione del campo nazista di Auschwitz, con la partecipazione di capi di stato e di governo di tutto il mondo, tra cui il presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella.
Ad aprire la cerimonia è stato il sopravvissuto Marian Turski, che aveva 14 anni quando fu costretto a entrare nel ghetto di Lodz con la sua famiglia. Sopravvisse a due marce della morte e alla fine della guerra fu liberato. Turski ha reso omaggio ai «milioni di vittime che non ci diranno mai ciò che hanno vissuto o provato» e chiesto al pubblico di alzarsi in piedi per un momento di silenzio. Il sopravvissuto alla Shoah ha inoltre denunciato «l’enorme aumento dell’antisemitismo». È proprio questo, ha ricordato, «che ha portato alla Shoah».
i presenti alla cerimonia di Auschwitz c’è anche il vicepresidente Ucei, Milo Hasbani. «È importate esserci, importante partecipare, ricordare, raccontare e trasmettere», ha sottolineato Hasbani a margine della cerimonia. Durante una visita ad Auschwitz organizzata ieri dal World Jewish Congress, aggiunge Hasbani, «è arrivata una famiglia di un sopravvissuto composta da 17 persone, con figli e nipoti. Portavano con sé la foto del testimone alla Shoah quando era bambino in cui si vede una parte del numero tatuato sul braccio: 48. Ad Auschwitz si sono presentati tutti ora con un bracciale con il numero 48». Un gesto simbolico, evidenzia il vicepresidente Ucei. «È importante per tutti non dimenticare. E ribadire: Mai più».

d.r.