DAI GIORNALI DI OGGI – Bokertov 28 gennaio 2025

Su varie prime pagine di giornali sono accostate due immagini. Da una parte i leader mondiali riuniti ad Auschwitz-Birkenau per gli 80 anni dalla liberazione del campo di sterminio nazista, dall’altra il flusso di migliaia di gazawi di ritorno nelle loro abitazioni.
Vicende del Medio Oriente e Memoria della Shoah sono state spesso affiancate in questo 27 gennaio. E non sono mancate le tensioni, sottolinea tra gli altri il Corriere della Sera. L’ultimo episodio in ordine di tempo sono state le accuse di antisemitismo proiettate da ignoti sulla Piramide Cestia a Roma, rivolte contro l’Anpi e alcune ong. I quotidiani riportano le considerazioni al riguardo della presidente Ucei Noemi Di Segni, che ha definito tale iniziativa «la risposta al dolore fortissimo per la distorsione della memoria che subiamo». Per Riccardo Di Segni, il rabbino capo di Roma, «l’Anpi non è più quella d’un tempo» e alcuni suoi leader «stanno facendo battaglie che contraddicono i loro scopi istituzionali».
«È assurdo che il 7 ottobre sia caduto nell’oblio, mentre da allora ha ripreso drammaticamente vigore in tutto il mondo un antisemitismo che non è mai stato debellato», sostiene il presidente degli ebrei romani Victor Fadlun in una intervista con La Stampa. Anche Fadlun si scaglia contro l’Anpi: «A non restare unita su alcuni valori fondamentali è stata l’Anpi, non il mondo ebraico». Apprezzamento invece («Non è una svolta ma una conferma», ha affermato Fadlun) per la condanna delle responsabilità del fascismo espressa da Giorgia Meloni.
Le riflessioni della premier per il Giorno della Memoria sono riportate in evidenza sulla stampa nazionale. A detta del Foglio «un governo potenzialmente fascista» è diventato, sull’antifascismo, «più efficace degli antifascisti di professione». Per Libero, «nessuno è più disposto a tollerare la doppiezza dei progressisti sul Medio Oriente».
«L’associazione nazionale partigiani non si deve offendere o sentire sotto attacco», dice l’ex presidente della sezione milanese Roberto Cenati al Foglio. Al contrario, «questa deve essere un’opportunità per una riflessione profonda sull’imbarazzo provato dalle comunità ebraiche». E, incalza Cenati, «per cercare di far ripartire il dialogo» «e muoversi in maniera corale, unitaria».

«Auschwitz il passato che non passa», titola Repubblica, presentando la cerimonia di ieri. Il ricordo di quel giorno è stato affidato a vari sopravvissuti. «Erano bambini, ottant’anni fa», chiosa il Corriere. «Sono gli ultimi testimoni che se ne stanno andando e quando uno dopo l’altro, accompagnati, o sarebbe meglio dire sorretti, dai nipoti, portano le loro candele tremolanti e le depongono sul pianale scoperto di un treno l’ultimo messaggio che vogliono lasciare al mondo è semplice: non dimenticateci». Il numero dei reduci si assottiglia sempre di più. In Italia «gli ebrei sopravvissuti ai lager sono una decina» (La Stampa). Tra loro c’è Liliana Segre, che ieri a Roma ha detto di «andare avanti senza paura» nonostante le minacce ricevute. Una commemorazione avrebbe dovuto tenersi oggi a Bruxelles, al Parlamento europeo, con la presenza del ministro israeliano per la diaspora Amichai Chikli. Il rappresentante del governo di Gerusalemme ha scelto però di declinare l’invito, perché a suo dire Bruxelles «è diventata un luogo pericoloso per ebrei e israeliani». Ne scrive il Corriere, riportando come contro la sua partecipazione si fosse levata la voce di 40 parenti di ostaggi nelle mani di Hamas per via dell’opposizione di Chikli alla tregua a Gaza, per la vicinanza del ministro a «politici europei di estrema destra» e «per le dichiarazioni pubbliche che chiedono l’espulsione di persone da Gaza e dal Libano meridionale».

Hamas ha consegnato la lista degli ulteriori 25 ostaggi che saranno rilasciati in questa prima fase dell’accordo con Israele: solo 17 sarebbero vivi. I funzionari israeliani, riporta Repubblica, stanno informando le famiglie «sulla sorte dei cui cari da settimane ci sono timori» ed è «assai probabile che a ricevere una telefonata saranno anche i parenti della famiglia Bibas». Anche La Stampa si sofferma sulla «agonia delle famiglie in attesa». Il Messaggero parla nel merito di «lotteria degli ostaggi». Al valico di Rafah ripartirà intanto a breve la missione europea Eubam. Prenderanno parte all’iniziativa della Ue sette carabinieri. Al momento, riferisce La Stampa, si stanno addestrando nella base militare di Vicenza «ed entro 48 ore partiranno per unirsi ai 2 carabinieri già presenti sul posto e al resto della Forza di Gendarmeria europea».