DAI GIORNALI DI OGGI – Bokertov 31 gennaio 2025

Spinte, insulti, slogan contro i rapiti. La pubblica gogna degli ultimi rilasci di ostaggi a Gaza ha indignato e fatto infuriare Israele. Tanto da spingere il premier Benjamin Netanyahu, riporta tra gli altri il Corriere della Sera, a ritardare il ritorno di 110 detenuti palestinesi già sugli autobus «che avrebbero dovuto portarli fuori dalla prigione militare di Ofer». Hanno colpito in particolare l’opinione pubblica non solo israeliana i video della liberazione della 29enne Arbel Yehud, accerchiata e minacciata dalla folla. Secondo Repubblica, «gli ultimi metri prima di essere consegnata alla Croce Rossa, schiacciata e costretta a procedere a strappi, ha lo sguardo di chi non sa se sarà vivo un minuto dopo». Arbel è l’unica donna in quella scena, fa notare Assia Neumann Dayan sulla Stampa. «E c’è solo lei anche fuori, perché l’Un Women, le organizzazioni per i diritti umani, le parlamentari che dicono di lottare per le donne, quelle che si fanno venire le crisi isteriche per Tony Effe, quando c’è Israele di mezzo si mettono in modalità mutismo selettivo». Libero parla di «odio di Gaza verso gli ostaggi di Hamas». Così Il Giornale: «Hamas umilia gli ostaggi liberati». A proposito dei palestinesi rilasciati ieri, il Corriere riferisce anche che «32 sono stati condannati a uno o più ergastoli e 48 a sentenze lunghe».

L’esercito israeliano ha fermato per qualche ora l’ex europarlamentare Luisa Morgantini e Roberto Bongiorni, giornalista del Sole 24 Ore, trattenendoli per accertamenti dopo il loro ingresso in una zona definita “di addestramento militare” vicino Hebron. I due, riporta il quotidiano, «sono stati rilasciati grazie all’intervento dell’Ambasciata d’Italia a Tel Aviv e del Consolato italiano a Gerusalemme».

Salwan Momika, l’uomo che nel 2023 fece scalpore per il rogo pubblico del Corano in Svezia, è stato ucciso in diretta social. La polizia svedese ha arrestato cinque uomini, mentre le autorità hanno rivelato di avere forti sospetti su uno stato estero. In una intervista con Repubblica, il criminologo svedese di origini iraniane Ardavan Khoshnood fa il nome del possibile mandante. Si tratterebbe proprio del regime di Teheran. A suo dire l’Iran è «l’unico paese con le risorse, i mezzi e la volontà per condurre o pianificare simili operazioni». I disordini seguiti al gesto di Momika avevano diviso in due la Svezia, ricorda il Foglio: «Da una parte una minoranza per cui la Costituzione non vieta roghi di libri e dovrebbe essere applicata e chi vive in Svezia deve accettare di essere in una società democratica, anche a costo di sentirsi “offeso”, e non in una dove vige la sharia; dall’altra quelli che considerano i roghi del Corano “provocazioni inutili” da vietare per legge».

«Si è risvegliato l’antisemitismo, quello eterno», sostiene la scrittrice Lia Levi in una intervista con il settimanale 7 del Corriere della Sera. «Lo credevo sottoterra, invece è sotto sabbia, basta un colpo di vento per farlo riemergere, moltiplicato dappertutto, in Europa, in America, in Canada. Ebreo, discolpati! Siamo sempre là».

Matteo Lepore, il sindaco di Bologna, ha fatto togliere dalla facciata del palazzo comunale la bandiera israeliana e quella palestinese. Resta esposto unicamente un vessillo, quello della pace. Il Resto del Carlino riporta il commento del presidente della Comunità ebraica locale Daniele De Paz, che definisce l’iniziativa del sindaco «una scelta corretta» e la possibile base per «avviare discorsi più profondi e meno da piazza».