DAI GIORNALI DI OGGI – Bokertov 7 febbraio 2025
Il presidente Usa Donald Trump ha insistito con il suo piano per controllare la Striscia di Gaza dopo la guerra, nonostante le critiche, ma ha precisato che nessun soldato americano verrà impegnato, raccontano i quotidiani. «Trump: Gaza diventerà stupenda. Ce la consegneranno gli israeliani», titola il Corriere della Sera.
Il ministro della Difesa, Israel Katz, ha annunciato di aver dato ordine all’esercito di preparare un piano per lo «sfollamento volontario» degli abitanti di Gaza per dare seguito alla proposta di Trump. Katz, scrive Repubblica, ha affermato che ogni palestinese che «lo desideri deve poter andare verso qualsiasi luogo del mondo che accetti di accoglierlo». Il ministro ha suggerito anche dove dovrebbero andare: in «Spagna, Irlanda, Norvegia e Canada», Paesi che hanno diffuso «accuse false» su Israele e «la guerra contro Hamas» e che hanno riconosciuto lo stato palestinese.
Il Sole 24 Ore scrive che il «piano Trump risveglia nei palestinesi l’incubo della “Nakba”» ed è stato bocciato da tutti i Paesi arabi. Il Corriere sottolinea il ruolo dell’inviato di Trump in Medio Oriente, Steve Witkoff, investitore immobiliare, nell’idea di far ricostruire Gaza agli Usa, spostando i palestinesi.
Per il giornalista premio Pulitzer Nathan Thrall, intervistato a Gerusalemme da Repubblica, «i palestinesi faranno la stessa fine dei nativi americani». Sul Foglio, Giuliano Ferrara definisce «follia impraticabile» la proposta Trump, ma suggerisce di usarla come base per promuovere un’alleanza guidata dagli Usa e da alcuni Paesi arabi per ricostruire Gaza.
Secondo Israel Hayom, quotidiano vicino a Benjamin Netanyahu, il premier israeliano starebbe facendo pressione per estendere la fase 1 dell’accordo e aggiungere altri round di scambio tra ostaggi israeliani e prigionieri palestinesi. «L’obiettivo è evidente: portare a casa quanti più rapiti possibile, ma ritardando l’avvio della seconda fase, che prevede il ritiro dell’esercito israeliano dalla Striscia di Gaza», scrive La Stampa. A Washington, scrivono Giornale e Foglio citando il sito Axios, Netanyahu avrebbe esposto a Trump le sue condizioni per far finire la guerra: Hamas deve lasciare il potere a Gaza e i suoi leader devono essere esiliati all’estero.
Trump, intanto, ha preso alcune misure concrete e applaudite da Gerusalemme: ha firmato un ordine esecutivo con cui sanzionerà il Tribunale dell’Aia per aver preso di mira Stati Uniti, Israele e i suoi alleati. L’ordine prevede sanzioni finanziarie e il blocco dei visti per tutti i funzionari della Corte coinvolti nelle indagini su Usa e alleati, spiega il Foglio. A novembre, la Cpi ha emesso ordini d’arresto internazionali nei confronti di Netanyahu e del suo ex ministro della Difesa, Yoav Gallant.
Sulla questione Cpi è tornato a parlare il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, dal porto israeliano di Ashdod, dove ha presenziato all’invio di aiuti umanitari a Gaza. Secondo Tajani, ci vuole pragmatismo. «Seppure Netanyahu venisse in visita da noi, come potremmo arrestarlo? Ve lo immaginate? Ingaggiamo un conflitto a fuoco con gli agenti del Mossad? E poi, perché? Perché lo dicono tre giudici, uno dei quali è andato a lavorare in Libano e ripete che il suo nemico è Israele? La giustizia è una cosa seria» (La Stampa).
Da Ashdod, Tajani, assieme alla ministra dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, ha annunciato l’intenzione di curare negli ospedali italiani minori palestinesi di Gaza. «I primi 14 piccoli pazienti arriveranno con ogni probabilità tra il 15 e il 16 febbraio, insieme alle loro famiglie. In tutto, 42 persone. Si tratta di malati oncologici che avrebbero poche possibilità di sopravvivere restando dove si trovano», spiega Il Messaggero. Altri progetti in cantiere per aiutare i palestinesi sono legati alle vaccinazioni e alla fornitura di protesi.
Messaggero e Giornale riportano il caso del presunto uso improprio dello spyware Graphite da parte del governo italiano. Ieri, l’azienda che lo produce, la Paragon Solutions, fondata dall’ex premier israeliano Ehud Barak, ha rescisso il contratto con Roma. Secondo le ricostruzioni, lo spyware sarebbe stato usato per infettare i cellulari di almeno sette italiani, «tra giornalisti e attivisti critici dei rapporti dell’esecutivo con la Libia in materia di migranti», scrive Il Messaggero. A dare la notizia sono stati per primi il britannico Guardian e l’israeliano Haaretz, secondo cui l’Italia avrebbe «violato i termini di servizio e il quadro etico concordato». Al Giornale, una fonte dell’intelligence italiana nega le accuse.
L’Espresso racconta il coinvolgimento dei militari italiani nella formazione dei soldati libanesi, a cui sarà affidato il sud del Libano una volta che Israele si ritirerà dall’area.
In Germania, nel 2024, ci sono stati più di 5.100 reati antisemiti. Una media di tredici al giorno. Lo afferma il ministero federale dell’Interno, riporta Il Foglio, raccontando la preoccupazione del mondo ebraico tedesco per l’atmosfera che si respira nel Paese. «Per la prima volta nella storia tedesca, gli antisemiti non si nascondono più», dichiara al quotidiano Henryk Broder, 78enne ebreo tedesco, autore di bestseller. Secondo Broder, «la situazione attuale è il risultato delle politiche degli ultimi anni, ovvero l’accoglienza di tutti».