DAI GIORNALI DI OGGI – Bokertov 10 febbraio 2025
Il piano Trump per Gaza continua a far discutere. Per l’ambasciatore Giampiero Massolo, che ne scrive sul Corriere della Sera, «la provocazione del presidente americano sta nel mettere a nudo due nervi sensibili per i paesi arabi: che i loro regimi – così rapidi a innalzare muri contro ogni ipotesi di accogliere gli sfollati dalla Striscia – non danno più priorità alla causa palestinese; che la situazione sul terreno, con Gaza distrutta e la Cisgiordania in molta parte occupata dagli insediamenti israeliani, vanifica in concreto la soluzione dei due Stati al di là delle formule di rito». Al riguardo l’ex consigliere per la Sicurezza nazionale Usa John Bolton, in carica durante il primo mandato di Trump, in una intervista con La Stampa sostiene che la soluzione dei due Stati «non ci sarà mai: ritengo fosse morta ben prima dell’attentato di Hamas del 2023, ora è svanita qualsiasi fiducia», perché «una parte fondamentale di questo approccio era l’idea che i palestinesi, compresi quelli di Gaza, potessero lavorare e spostarsi in Israele». Sempre in tema, il Foglio traduce un articolo del Wall Street Journal. Il quotidiano economico-finanziario Usa si pone una domanda: «Il piano di Trump è irrealizzabile, ma qual è l’alternativa al buco infernale?». Nel merito, il WSJ osserva che «il meglio che il mondo offre è la banalità dei “due Stati”».
Con il Corriere della Sera, Edith Bruck commenta le immagini degli ultimi ostaggi israeliani rilasciati da Hamas. «Una vera tragedia. Così emaciati, visibilmente provati dalla loro prigionia», dichiara. La sopravvissuta a molti campi di sterminio ritiene comunque impropri i paragoni con la Shoah, perché «i corpi scheletrici di Auschwitz non riuscivano a stare in piedi». A suo dire «si nomina troppo spesso la Shoah, si fanno paragoni sbagliati». Il paragone è rilanciato oggi, tra gli altri, da Libero: «Gli uomini rilasciati a Gaza sono devastati come quelli usciti dai campi di concentramento nazisti».
Repubblica intervista Arab Barghouti, figlio di Marwan, il leader e terrorista palestinese condannato da Israele a cinque ergastoli. Secondo Barghouti jr, che accusa Israele di voler «uccidere definitivamente» la soluzione dei due Stati, «siamo nel periodo peggiore della storia di questo conflitto, ma la pace si fa con i nemici». E quindi, «non vedo nessuna alternativa al fatto che a un certo punto dovremo di nuovo parlarci guardandoci negli occhi».
Il Congresso nazionale di Sinistra per Israele ha confermato alla presidenza l’ex parlamentare del Pd Emanuele Fiano. Con La Stampa parla uno dei protagonisti del dibattito, Piero Fassino, che auspica un contributo per la pacificazione «da quei paesi arabi – Arabia Saudita, Egitto, Giordania, Emirati – che possono offrire una doppia garanzia: ai palestinesi che avranno finalmente il loro Stato e a Israele che nessuno più ne metterà in discussione l’esistenza e la sicurezza». Al tempo stesso, incalza, «deve mettersi in gioco l’Unione europea, che non ha fin qui giocato un ruolo».
L’occidente si sta sgretolando. È l’opinione del filosofo francese Alain Finkielkraut, espressa un una intervista con Revue des Deux Mondes tradotta dal Foglio. In un passaggio del colloquio Finkielkraut si scaglia contro quella che definisce la “mistificazione” del wokismo: «Oggi vediamo gli islamisti che affermano di sostenere i diritti umani per giustificare la sottomissione delle donne con il velo, l’abaya… E purtroppo, alcune persone in occidente, in nome della lotta contro le discriminazioni, cadono in questa trappola grossolana».
La Procura di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio per tre cittadini italo-israeliani, con l’accusa di «associazione a delinquere» per alcune truffe realizzate o tentate tra il 2018 e il 2019 ai danni di alcune grandi aziende. Nell’elenco, segnala il Corriere, ci sono tra le altre Mediaset, Rai e Sisal.