DAI GIORNALI DI OGGI – Bokertov 13 febbraio 2025
Il cessate il fuoco a Gaza può continuare se sabato saranno liberati come da accordi tre ostaggi. È quanto fa sapere Israele, dopo la minaccia di Hamas di ritardare il rilascio dei rapiti, in violazione dell’accordo sulla tregua, riportano i quotidiani. «Gli israeliani lasciano capire che i negoziati stanno facendo progressi, che il primo passo è la liberazione di tre uomini come previsto, senza quel “tutti” inserito di recente dal presidente Usa Donald Trump e rilanciato a parole dal governo a Gerusalemme», scrive il Corriere della Sera. Se salta la tregua, ha avvertito il ministro israeliano della Difesa, Israel Katz, l’offensiva dell’esercito «sarà ancora più intensa, si scatenerà l’inferno» (Giornale).
«I primi giorni sono critici, va creato un ambiente sicuro e neutrale che eviti il riaffiorare il ricordo della carcerazione. Non vanno fatte troppe domande, bisogna ascoltare. Ci siamo resi conto che è utile per gli ex sequestrati impegnarsi negli eventi pubblici, sostenere il rilascio degli altri ostaggi. Questo li fa sentire meno soli». Lo racconta a Repubblica la neuropsicologa Einat Yehene, a capo del team medico che lavora con il Forum delle famiglie degli ostaggi israeliani.
Il 27 febbraio Egitto, Qatar, Arabia Saudita, Emirati, e Giordania dovrebbero incontrarsi al Cairo «per mettere a punto un piano comune e alternativo a quello americano per la ricostruzione di Gaza», scrive Repubblica. Il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi intanto ha messo in stand by la sua visita a Washington in aperto disaccordo con il piano Trump per ricollocare una parte dei palestinesi di Gaza in Egitto (La Stampa).
L’alto rappresentante per la politica estera dell’Ue, Kaja Kallas, ha affermato che Gaza è parte integrante del futuro Stato palestinese e che «ogni acquisizione di territorio sarebbe illegale». Commentando l’idea del presidente Usa di trasformare Gaza in una “riviera” mediterranea, Kallas ha parlato della necessità di costruire una pace sostenibile e di affrontare la questione della governance e dei servizi per i palestinesi, scrive il Sole 24 Ore. La ministra europea ha ribadito l’importanza della presenza dell’Ue nei negoziati tra israeliani e palestinesi, data la sua posizione di principale sostenitore finanziario dei secondi.
«Oggi siamo di fronte a una crescita di antisemitismo mai misurata prima in Italia dalla fine della guerra». È l’allarme lanciato nell’ultima relazione annuale dell’Osservatorio antisemitismo della Fondazione Cdec. A fare da propulsore alla violenza antisemita (877 episodi registrati nel 2024 contro i 454 del 2023), si legge nella relazione, è stata la guerra a Gaza. Ne parlano Libero e Giornale, sottolineando come l’Osservatorio denunci come sempre più spesso «l’antisemitismo veste i panni della solidarietà filopalestinese».
I legali della senatrice a vita Liliana Segre si sono opposti alla richiesta di archiviazione dei pm di Milano nei confronti di 17 indagati nell’inchiesta che ha portato la procura «a chiudere le indagini per altri dodici hater, che rischiano invece il processo per minacce e diffamazione», scrive Repubblica. «Chiamata kapò e collaboratrice dei nazisti: i loro insulti sono crimini, non solo diffamazione», denunciano gli avvocati di Segre. Tra i 17 per cui la procura vorrebbe l’archiviazione c’è chef Rubio, nota ancora Repubblica.
Due infermieri del Bankstown Hospital di Sydney, Ahmad Rashad Nadir e Sarah Abu Lebdeh, sono stati sospesi dai loro incarichi dopo aver dichiarato in video, durante il turno di notte in ospedale, che avrebbero ucciso i loro pazienti israeliani. È solo l’ultimo episodio, riporta il Foglio, di mesi di minacce e violenza antisemita in Australia.
Diversi quotidiani raccontano la presentazione odierna alla presenza del capo dello stato, Sergio Mattarella, dei volumi Fecero la scelta giusta, progetto dell’Ufficio storico della Polizia di Statodedicato ai poliziotti italiani che si opposero al nazifascismo e aiutarono gli ebrei, evitando la loro deportazione.
Il Corriere riprende le rivelazioni del Canale 12 israeliano secondo cui l’ex portavoce del premier Netanyahu, Eli Feldstein, «lavorava» per il Qatar. «Mentre il figlio del suo capo definiva il Qatar “il più grande sponsor del terrorismo”, Feldstein veniva pagato per aiutare l’emirato in una campagna di pubbliche relazioni», scrive il Corriere. L’ex portavoce è sotto indagine per alcune informazioni riservate passate al quotidiano tedesco Bild.
In una lettera al Foglio, l’insegnante di liceo Andrea Atzeni racconta il caso in cui è rimasto coinvolto: è stato punito per aver contestato un’iniziativa pro palestinese di alcuni studenti in cui, spiega Atzeni, si sviliva la Shoah e attaccava Israele. Nelle stesse pagine Maurizio Crippa commenta l’ultima uscita del cantante Ghali. «Ieri Ghali ha messo un post da qualche parte con una foto delle gemelle di Shining e la frase “ditemi che è uno scherzo”, intendendo che la cantante israeliana Noa e la cantante palestinese israeliana Mira Awad, che ieri hanno cantato quel pippone qualunquista di Imagine», scrive Crippa. Quindi le due cantanti «sono a) dei mostri (nessuno protesta?) b) in quanto “israeliane” sarebbero comunque colpevoli e degne di essere respinte dal Giordano al mare. L’antisemitismo a Sanremo, come i fiori, non può mancare».