DAI GIORNALI DI OGGI – Bokertov 17 febbraio 2025
La visita in Israele del segretario di stato Usa, Marco Rubio, ha mostrato al mondo il forte allineamento sul futuro del Medio Oriente tra Gerusalemme e Washington, scrivono i quotidiani. Rubio, al fianco del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, ha ribadito la posizione del presidente Usa Donald Trump, insistendo sul rilascio di tutti gli ostaggi in mano a Hamas e sulla necessità di eliminare il gruppo terroristico per garantire la pace a Gaza e la stabilità della regione. Anche sulla minaccia iraniana c’è stata piena convergenza tra Usa e Israele. «Siamo d’accordo che all’Iran non deve essere permesso avere l’arma nucleare», ha affermato Netanyahu. La stretta alleanza tra i due paesi, sottolineano Giornale e La Stampa, si è tradotta anche nello sblocco americano dell’invio, sospeso in precedenza dall’amministrazione Biden, di 1.800 bombe MK-84. «Una risorsa significativa per l’aeronautica e Tsahal», ha dichiarato il ministro della Difesa, Israel Katz (Corriere).
Proseguono i negoziati tra Israele e Hamas per il rilascio degli ostaggi, con particolare attenzione alla seconda fase della tregua, che prevede la liberazione di 19 soldati israeliani, racconta Repubblica. L’inviato speciale degli Stati Uniti per il Medio Oriente, Steve Witkoff, ha affermato che la fase due, osteggiata dall’estrema destra israeliana, ci sarà «sicuramente». Per il Giornale, il governo di Netanyahu «non ha fretta» di impegnarsi nelle trattative.
Netanyahu e Rubio hanno anche discusso del futuro della Siria, con l’attenzione sul crollo del regime di Assad, e soprattutto della situazione in Libano, dove Israele si aspetta che il governo di Beirut ottenga il pieno controllo del sud del paese, impedendo ai terroristi di Hezbollah di tornarci. Il premier israeliano vuole ottenere, scrive il Corriere, un’estensione del termine per il ritiro dal Sud del Libano, previsto per domani, o almeno mantenere alcuni avamposti di Tsahal dentro il paese dei Cedri.
Il Foglio, traducendo un articolo del Jewish News Syadivate, presenta il pensiero di Mark Milke, presidente dell’Aristotle Foundation for Public Policy, un think tank canadese che difende Israele e la civiltà occidentale. Milke considera Hamas una minaccia non solo per Israele ma per l’intera civiltà occidentale, sottolineando come l’attacco del 7 ottobre 2023 sia stato un’aggressione al concetto stesso di civiltà. Ritiene che la crescente ondata di antisemitismo in Canada e altrove sia parte di un attacco più ampio ai valori democratici.
Lo scrittore indiano Pankaj Mishra ha pubblicato un saggio intitolato Il mondo dopo Gaza (Guanda). È «un atto di accusa contro la politica israeliana», scrive Repubblica, intervistando l’autore.
L’ex ambasciatore americano all’Onu, Mark Wallace, ha comprato la casa dell’ex comandante di Auschwitz, Rudolf Höss, e vuole trasformarla, con l’aiuto dell’architetto Daniel Libeskind, in un centro contro antisemitismo ed estremismo. «Da Auschwitz a Khamenei, non possiamo lasciare che l’odio vinca», ha affermato Wallace al Wall Street Journal, in un articolo ripreso dal Foglio. Nell’articolo si sottolinea il pericolo rappresentato dall’estremismo islamico, paragonato al nazismo per il suo linguaggio esplicitamente genocida, indicando l’Iran come centro di questa minaccia globale.