VERCELLI – Il secolo di Mario Pollarolo

Classe 1925, Mario Pollarolo è la memoria storica della Comunità ebraica di Vercelli. Una memoria lunga un secolo perché ieri Mariulin, come lo chiamano gli amici, ha compiuto 100 anni. «Abbiamo fatto una bella festa ed è arrivato anche un certificato della Claims Conference per celebrarne ‘la straordinaria vita di eroismo e tenacia dopo la Shoah’», spiega la presidente della Comunità ebraica di Vercelli, Rossella Bottini Treves.
Mario, figlio di Maria Sacerdote, vercellese, da molti anni risiede ad Asigliano Vercellese. Nato nell’ex ghetto di Vercelli, ha frequentato l’asilo Levi ed è stato testimone degli avvenimenti legati alla locale sinagoga ottocentesca. Qui negli anni Trenta ha celebrato il suo bar mitzvah. «Che emozione quel giorno; c’era il rav Ugo Massìach, c’eravamo noi ragazzi. Cantavamo all’asilo Levi e anche nel tempio. Alla festa di Simchà Torah giravamo intorno alla Tevàh», ha raccontato a Bottini Treves, che ne sta raccogliendo le memorie. Mario ricorda anche altri eventi legati alla vita comunitaria come il profumo delle «frittelle di mele cucinate dalla moglie del rabbino. E per Pesach nello scantinato dell’Asilo Levi si cuocevano le azzime. Per i bambini si aggiungeva lo zucchero per fare i Masòd nasiròd». Un altro ricordo legato al cibo e alle usanze della Vercelli ebraica è più incerto: «Alcuni parlavano di una tradizione per cui ai ragazzi che imparavano bene i salmi si davano i collandar, i confetti».
Alla presidente, Pollarolo ha affidato alcune testimonianze legate ai tempi del fascismo e della guerra. Con il suo aiuto sono state posate tra 2023 e 2024 le prime pietre d’inciampo a Vercelli. È stata la sua centenaria memoria a individuare, assieme alle ricerche documentarie, le case dei deportati.