DAI GIORNALI DI OGGI – Bokertov 28 febbraio 2025

Tredici persone sono rimaste ferite ieri in un attentato terroristico alla fermata di un autobus a sud di Haifa, nel nord d’Israele. Le vittime sono state investite da un terrorista palestinese di Jenin. L’attentatore è stato eliminato dalle forze di sicurezza. Uno dei feriti, una ragazza di 17 anni, è ricoverata in condizioni critiche (Repubblica e Libero).

L’attacco sferrato da Hamas il 7 ottobre del 2023 contro il sud di Israele è stato «un completo fallimento» della sicurezza israeliana. È quanto si legge nell’indagine interna condotta dall’esercito israeliano, ripresa oggi da diversi quotidiani italiani. «Un’indagine frutto di decine di migliaia di ore di lavoro da parte del Comando meridionale delle Idf, che ha scoperto che circa 5.600 terroristi hanno fatto irruzione in Israele in tre ondate», riporta il Sole 24 Ore. Dall’inchiesta emerge la sottovalutazione della minaccia di Hamas. Israele pensava, prosegue il quotidiano, che il gruppo terroristico «non fosse interessato a una guerra su larga scala, che la sua rete di tunnel fosse stata notevolmente danneggiata e che qualsiasi minaccia transfrontaliera sarebbe stata sventata dalla recinzione di confine ad alta tecnologia».
Una débâcle di sicurezza, aggiunge Repubblica, «figlia di un fallimento politico: aver creduto che Hamas si era in qualche modo “imborghesita”, che era interessata più a mantenere il controllo di Gaza con i soldi del Qatar che non a fare la guerra a Israele. L’inchiesta dimostra invece che Sinwar e soci pianificavano l’operazione dal 2017, l’anno in cui Hamas aveva diffuso il suo nuovo manifesto in cui sembrava aprire ai due Stati e alla riconciliazione con Fatah».

Domani si concluderà ufficialmente la prima fase del cessate il fuoco tra Israele e Hamas. Gerusalemme ha annunciato che non ritirerà il suo esercito dal cosiddetto Corridoio Filadelfia, la zona cuscinetto tra Egitto e Gaza, come previsto nell’intesa. «Non permetteremo agli assassini di Hamas di aggirarsi di nuovo per i nostri confini con pick-up e armi e non permetteremo loro di riarmarsi tramite il contrabbando», ha chiarito il governo israeliano (Libero). Le parti hanno inviato le proprie delegazioni al Cairo per trattare la seconda fase della tregua. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, riporta il Corriere della Sera, «ha posto le sue condizioni: esilio per i capi jihadisti e smilitarizzazione dei 363 chilometri quadrati, senza apertura a un intervento dell’Autorità palestinese». A Gaza, ricordano i quotidiani, rimangono ancora 59 sequestrati israeliani. Oltre la metà non sono più in vita.

«Quel testo non è utile a far capire la complessità della situazione in Israele e della stessa dialettica interna a Israele. Genera anzi un boomerang in termini di comunicazione: sicuramente non argina l’odio che abbiamo visto divampare dopo il 7 ottobre». Così la presidente Ucei Noemi Di Segni intervistata dal Corriere della Sera in merito all’appello intitolato «Ebree ed ebrei italiani dicono no alla pulizia etnica – l’Italia non sia complice». Di Segni sottolinea di non condividere l’appello, ma premette: chiunque lo firmi, «lo fa sicuramente mosso da un senso di profondo dolore». La presidente Ucei definisce «molto gravi» gli attacchi subiti da alcuni dei firmatari dall’interno del mondo ebraico e invita a rispettare le opinioni altrui. «Vedo con preoccupazione chi, in certi gruppi anche in ambito scolastico o universitario, pensa di poter fare giustizia da solo imitando i metodi dei ProPal. Noi non siamo i ProPal, il dolore e la disperazione non possono portare a gesti che non ci appartengono», conclude Di Segni.

La facoltà di Fisica dell’Università La Sapienza di Roma ha revocato l’autorizzazione alla presentazione in ateneo del libro di Yahya Sinwar, il leader di Hamas artefice dei massacri del 7 ottobre eliminato da Israele. «La decisione – fa sapere l’ateneo – è motivata dal fatto che l’evento pubblicizzato differisce profondamente, in quanto a organizzatori, contenuti e locandina, da quanto autorizzato». «Un’iniziativa pericolosa», paragonabile «ad apologia del fascismo e incitamento a commettere reato» ha sottolineato la presidente Ucei Di Segni, citata dal Giornale e Messaggero.

Uno studio pubblicato sull’Israel Journal of Health Policy Research mostra come le autorità israeliane, dall’inizio del conflitto, abbiano consegnato cibo a 1,8 milioni di abitanti di Gaza superando gli standard nutrizionali internazionali, riporta il Foglio. «Israele non aveva alcuna responsabilità o capacità di influenzare la distribuzione del cibo: Hamas ruba le scorte e le rivende ai civili», spiega il quotidiano.

«Il video grottesco su Gaza è provocazione pura, senza risate», scrive Saverio Raimondo sul Foglio, parlando del video generato dall’Ia su Gaza e diffuso dal presidente Usa Donald Trump. Per Raimondo sia quell’operazione così come il video di risposta generato da un attivista italiano dimostrano «una visione infantile e demenziale della questione israelo-palestinese».

«La letteratura non è sempre dalla parte del giusto. Non sempre crede all’uguaglianza. Ama la libertà», scrive il premio Nobel per la Letteratura, Isaac B. Singer. È una delle tante riflessioni di Singer contenute in A che cosa serve la letteratura?, raccolta di articoli dello scrittore pubblicata per la prima volta in Italia da Adelphi. Ne parla il Venerdì di Repubblica.