SHIRIM – Tramonto (Louise Glück)
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Intanto che il sole tramonta
il contadino brucia foglie morte.
Non è niente, questo fuoco.
È una cosa piccola, controllata,
come una famiglia gestita da un dittatore.
Tuttavia, quando divampa, il contadino scompare;
dalla strada è invisibile.
A confronto del sole, qui tutti i fuochi
sono di breve durata, dilettanteschi –
finiscono quando non ci sono più foglie.
Poi il contadino ricompare, rastrella la cenere.
Ma la morte è reale.
Come se il sole avesse compiuto la sua missione,
avesse fatto crescere il campo, poi
ispirato l’incendio della terra.
Così ora può tramontare.
Per Shirim proponiamo dei versi di Louise Glück (1943-2023) nella traduzione in italiano a cura di Massimo Bacigalupo.
La scena campestre fluttua attraverso lente immagini.
Piccoli, misurati falò punteggiano la campagna solitaria, ove la presenza umana pare stagliarsi silenziosa ai margini del paesaggio. Potrà modificarlo in piccola parte, accarezzare la breve illusione di un fuoco disciplinato.
Così bruceranno le foglie autunnali, senza fretta, la cenere tratta via da calme mani, utile a inargentare i solchi. Dolcissima morirà la fiamma, sfinita, che il vento non gonfierà.
Ma un vivo fuoco ingestibile, fuoco sotterraneo e invisibile, pronto a irrompere come viva creatura di morte, adombrano le foglie inquiete.
Per la sua forza ancestrale vivrà la campagna antica, per il fuoco primordiale che formò ed espulse il seme.
Per altre vie brucerà il suo corpo di terra, rinascendo, di tempo in tempo, dalla viva cenere riecheggiante.
Shirim è a cura di Mariateresa Amabile, poetessa e docente di Diritti Antichi all’Università di Salerno