DAI GIORNALI DI OGGI – Bokertov 3 marzo 2025

Israele ha sospeso gli aiuti umanitari a Gaza dopo il rifiuto di Hamas di estendere la prima fase del cessate il fuoco e ha minacciato un ritorno alla guerra. Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha affermato di essere pronto a negoziare la seconda fase dell’intesa, ma, scrivono Corriere e Giornale, preferirebbe un’estensione della prima con l’obiettivo di riprendere le armi contro Hamas.

Sul prolungamento dell’attuale tregua lavora l’inviato americano in Medio Oriente Steve Witkoff. La sua proposta è un cessate il fuoco di altri 42 giorni per tutto il mese di Ramadan, iniziato venerdì, e Pesach  – ossia fino al 20 aprile – , con il rilascio all’inizio di metà dei 59 ostaggi ancora tenuti dai terroristi e gli ultimi alla fine dopo aver adottato un accordo stabile (Repubblica e Giornale). «Netanyahu ha accettato il nuovo piano, che gli permette di evitare la dichiarazione ufficiale della fine della guerra, mantenere le truppe nel corridoio Filadelfia e soprattutto conservare il sostegno della sua coalizione, minacciata dai gruppi più estremisti», scrive il Corriere.

L’Egitto domani terrà una conferenza su Gaza con i paesi arabi nella quale presenterà il suo piano per l’enclave palestinese alternativo a quello del presidente Usa Donald Trump, spiega il Messaggero. Il Cairo avrebbe avanzato una proposta per estendere la prima fase della tregua di due settimane e liberare alcuni ostaggi, ma Israele smentisce di averla ricevuta.

Resta tesa la situazione anche in Siria, scrive La Stampa, dopo che Netanyahu e il ministro della difesa Israel Katz hanno ordinato all’esercito di prepararsi a difendere l’insediamento druso di Jaramana a sud di Damasco, sotto attacco dei jihadisti vicini alla leadership siriana. Verso l’insediamento, spiega il quotidiano torinese, stanno arrivando drusi anche dalle altre zone della Siria.

Nel fine settimana si sono tenuti in Israele i funerali di Shlomo Mantzur, assassinato dai terroristi palestinesi mentre era ostaggio a Gaza. La sua storia è stata raccontata da Matti Friedman sul sito The Press, ripreso oggi dal Foglio. Sopravvissuto al pogrom del 1941 in Iraq, Mantzur aveva per la prima volta iniziato a scrivere la sua biografia all’inizio del 2023.

«Da bambina, Miriam Adelson sognava di essere come la regina Esther, che salvò gli ebrei di Persia rischiando l’ira del re. Regina è diventata, ma di un impero di casinò ereditato dal marito Sheldon che comprende anche due quotidiani, Israel Hayom e Makor Rishon e che fa di lei la donna più ricca di Israele e la quinta più facoltosa degli Stati Uniti». Così scrive Repubblica, raccontando la figura di Miriam Adelson e il suo coinvolgimento nella politica Usa e d’Israele. Prima sostenitrice di Netanyahu, i rapporti, scrive il quotidiano, oggi si sono raffreddati. «Negli ultimi mesi di guerra, Adelson ha spinto per l’accordo sugli ostaggi», prosegue il quotidiano, «ma secondo Haaretz sarebbe anche a favore dell’annessione della Cisgiordania. Il suo portavoce l’ha negato. Un’altra fonte vicina alla Signora ha comunque confermato che Mrs Adelson è contraria a uno Stato palestinese».

Un sondaggio realizzato per Repubblica da Demos rivela che la percezione della guerra in Ucraina tra gli italiani è cambiata dal 2022, con un calo significativo della fiducia nel presidente ucraino Volodymyr Zelensky, passata dal 53% al 27%. Al contrario, la popolarità del presidente russo Vladimir Putin è leggermente aumentata, pur restando bassa (dal 10% al 17%), mentre il presidente Usa Trump gode di un sostegno del 29%. Secondo il sondaggio, quasi la metà degli italiani ritiene che Trump possa favorire la pace in Ucraina. «Più ridotta appare, invece, l’aspettativa di ciò che Trump può realizzare nell’area israelo-palestinese», scrive Repubblica. Per il 70% del campione poi il presidente Usa non migliorerà la posizione dell’Italia nel mondo.