DAI QUOTIDIANI DI OGGI – Bokertov 5 marzo 2025
53 miliardi di dollari da stanziare in tre fasi. È la cifra prevista dal piano della Lega araba per la ricostruzione della Striscia di Gaza presentato ieri al Cairo. La ricostruzione dovrebbe durare soli cinque anni, scrive Repubblica, e dovrebbe essere gestita da un «comitato amministrativo composto da esperti palestinesi indipendenti». Poi il controllo dovrebbe passare all’Autorità nazionale palestinese. Nella fase uno è prevista la rimozione di detriti e la fornitura di alloggi a circa 1,5 milioni di palestinesi, nella fase due lo sviluppo delle infrastrutture essenziali, nella tre la realizzazione di grandi opere come un aeroporto e un’autostrada (Sole 24 Ore). La sicurezza verrebbe affidata a una polizia addestrata da giordani ed egiziani insieme a una forza di peacekeeping Onu dispiegata in tutti i «territori palestinesi nel contesto della creazione di uno Stato palestinese». «Del nuovo governo non farebbero parte le fazioni politiche palestinesi, dunque niente Hamas», riporta il Corriere. Sul punto però ci sono divisioni: Egitto e Arabia Saudita, spiega il Sole 24 Ore, sarebbero disponibili a un coinvolgimento dell’ala politica di Hamas, gli Emirati Arabi Uniti no.
Il ministro degli Esteri israeliano Gideon Saar ha affermato che Israele è «pronto a procedere alla seconda fase del cessate il fuoco», ma chiede «il rilascio di tutti gli ostaggi» e la «totale smilitarizzazione» della Striscia di Gaza, riporta il Corriere della Sera. Il Giornale sottolinea il no di Hamas. Si lavora a una possibile estensione della fase uno dell’intesa.
L’esercito israeliano ha annunciato ieri l’estensione dell’operazione antiterrorismo “Muro di Ferro” in altre aree di Jenin, nel nord della Cisgiordania. L’annuncio, scrive il Sole 24 Ore, segue quello dell’uccisione di Aysar al-Saadi, il capo del network di Hamas nell’area, avvenuto nella notte. Saadi è stato ucciso al termine di uno scontro a fuoco nel quale un altro terrorista palestinese è stato ucciso, e tre sono stati arrestati.
«Dare voce a coloro che sono state messe a tacere per sempre». È la missione, racconta il Quotidiano nazionale, di Yuval Tapuchi e Hadar Sharvit, due 28enni israeliane sopravvissute il 7 ottobre 2023 al massacro del Nova Music Festival di Re’im. Le due giovani hanno portato la loro testimonianza dell’orrore di Hamas nel corso dell’incontro Sopravvivere all’inimmaginabile, organizzato dall’ambasciata israeliana e dall’Ucei a Roma. Yuval e Hadar, prosegue il Quotidiano nazionale, «hanno acceso un faro sugli stupri, le torture, gli abusi dei terroristi. Una faccia della guerra nascosta e spesso impunita».
Il presidente Usa Donald Trump ha annunciato sul suo social network Truth di voler «sospendere tutti i finanziamenti federali alle scuole e alle università che permettono manifestazioni illegali». «Gli agitatori saranno imprigionati e/o rispediti nei loro paesi d’origine. Gli studenti americani saranno espulsi e, se hanno commesso reati, arrestati», ha affermato Trump. «Nel mirino gli studenti pro Palestina, soprattutto stranieri», scrive La Stampa. Il post di Trump, spiega il quotidiano torinese, «è arrivato all’indomani della minaccia della sua amministrazione di trattenere 51,4 milioni di contratti governativi dalla Columbia University per non aver preso azioni disciplinari contro i manifestanti anti-israeliani e aver messo gli studenti ebrei in una situazione di pericolo». Proprio per queste mancanze l’ex inviata per l’antisemitismo Usa Deborah Lipstadt ha annunciato, segnala il Foglio, di aver rifiutato un’offerta di insegnamento alla Columbia.
Sempre su La Stampa Monica Maggioni riflette sul significato dell’iniziativa di Trump sugli atenei. Premette che «certe manifestazioni pro Palestina siano state uno scempio che ha incoraggiato l’antisemitismo», ma critica l’azione dell’amministrazione Usa per il metodo. «È in corso un tentativo sistematico di implementare la conformità ideologica al trumpismo e punire ogni forma di dissenso in un Paese dove invece le manifestazioni più disgustose (dalle passeggiate con le svastiche nei centri urbani ai saluti al grido di Heil Hitler) vengono tollerate proprio in nome del Primo Emendamento», sostiene Maggioni.
«Israele, occhio a cosa Putin offre a Trump», avverte il Foglio, in riferimento all’offerta del presidente russo di mediare tra gli Stati Uniti e l’Iran sul nucleare. Mosca in questi anni, sottolinea il quotidiano, ha sostenuto il regime di Teheran e ne ha ricevuto in cambio armamenti per la sua aggressione all’Ucraina. Un legame che preoccupa Israele, che sperava in un’azione forte di Trump contro l’Iran mentre ora vede, grazie all’intercessione di Putin, il presidente Usa disposto a negoziare con l’Iran.
Secondo i servizi di sicurezza italiani «la minaccia jihadista è tornata ad affacciarsi in Europa», riporta Libero, presentando i dati dell’ultima Relazione annuale dell’intelligence depositata ieri in Parlamento. Nel 2024 ci sono stati 12 attentati di matrice jihadista, il doppio rispetto al 2023. A giocare un ruolo decisivo in questo aumento, spiega il quotidiano, è stata la guerra in Medio Oriente, tra Hamas e Israele. «Al Qaida e Daesh hanno sfruttato la crisi mediorientale per ispirare soprattutto i giovani, in alcuni casi persino in età adolescenziale, già presenti in territorio europeo e spesso privi di legami diretti con le organizzazioni jihadiste, a compiere attacchi», si legge nella relazione.
Alla vigilia della Giornata europea dei Giusti, Daniele Susini su Domani ricorda la storia dello psichiatra Carlo Angela (1875-1949), che ricoverò nell’ospedale psichiatrico di San Maurizio Canavese, in Piemonte, decine di ebrei e partigiani facendoli passare per matti e salvandoli dalla persecuzione nazifascista. Angela è stato nominato Giusto tra le Nazioni dallo Yad Vashem nel 2001.