DAI GIORNALI DI OGGI – Bokertov 13 marzo 2025
Ex ministri, ex sindaci, funzionari, uomini d’affari e docenti universitari, membri di famiglie in vista a Gaza. In gran parte affiliati a Fatah, ma rimasti comunque neutrali «nel complesso rapporto» con Hamas. Sul Corriere della Sera si tracciano i profili dei 15 futuri membri del comitato che, secondo il piano egiziano presentato alla Lega Araba, «dovrebbe assumere il governo della Striscia per poi consegnarlo all’Autorità nazionale palestinese». Uno dei 15 nomi indicati e qualificato come “interessante” è quello di Iyad Nasser, capo dell’ufficio di collegamento dell’Anp con le autorità israeliane «e già punto di riferimento delle Nazioni Unite per il coordinamento dei convogli medici». Nel mentre, come riporta anche la stampa italiana, il presidente Usa Donald Trump ha in parte rivisto i suoi progetti per Gaza: «Nessuno espellerà nessuno dalla Striscia».
L’inviato della Casa Bianca in Medio Oriente, Steve Witkoff, ha avuto a Doha un faccia a faccia con i ministri degli Esteri di Arabia Saudita, Egitto, Giordania, Qatar ed Emirati Arabi Uniti. I rappresentanti dei governi arabi, sottolinea il Sole 24 Ore, «hanno concordato di continuare le consultazioni e il coordinamento con Witkoff sul piano di ricostruzione di Gaza dell’Egitto». Libero segnala in tema alcune divisioni interne al campo palestinese, con l’Anp che ha condannato Hamas «per aver condotto negoziati con gli Stati Uniti» sul futuro della Striscia.
L’associazione Studenti per Israele sta valutando di intraprendere azioni legali contro l’Università di Torino, dove avrebbe dovuto prendere parte a un evento per il diritto allo studio avversato da alcune centinaia di propal. L’incontro non si è potuto svolgere e sarà forse riprogrammato. Studenti per Israele, riferisce il Foglio, contesta all’ateneo di aver preferito «cancellare il loro convegno» per dare spazio «a gente che ostentava simboli di Hamas».
Repubblica anticipa i dati della nuova mappa dell’intolleranza online stilata da Vox, l’Osservatorio italiano sui diritti. Tra i risultati emersi, scrive il quotidiano, c’è la «crescita esponenziale di insulti contro gli ebrei, obiettivo del 27% dei messaggi d’odio». Vox rileva nella sua indagine come dall’inizio della guerra a Gaza ci sia stato «un cambiamento semantico nella costruzione dello stereotipo e non viene più odiato l’ebreo in quanto tale, ma il “sionista” percepito come aggressore, invasore e genocida».
Fiamma Nirenstein si scaglia sul Giornale contro i cittadini romani residenti nell’area di villa Torlonia che, dopo le recenti intimidazioni antisemite, hanno chiesto lo spostamento del cantiere del Museo della Shoah in un’altra area della capitale. Secondo Nirenstein, i sottoscrittori dell’esposto hanno avuto «la stessa reazione che hanno avuto in varie città d’Europa i passanti che hanno strappato i manifesti coi volti dei bambini Bibas, della loro mamma Shiri, dei rapiti e degli assassinati da Hamas».
Il Foglio parla del libro Distruggere la Palestina, distruggere il pianeta dell’attivista svedese Andreas Malm, pubblicato dall’editore Ponte alle Grazie. Il guru ambientalista radicale, si legge, è in arrivo in Italia «a spiegarci il 7 ottobre come rivolta anticoloniale».